COSA E' SUCCESSO AL TG2:
IL COMMENTO
Un padre disperato, lasciato da solo per anni a vivere, anche nel più totale vuoto istituzionale, una tragedia più destabilizzante della morte di un figlio: la sua forzata sottrazione. Ammesso che Nicola De Martino fosse ieri sera capace di intendere e/o - soprattutto – di volere (e a prima vista appare in difficoltà e non in grado di autodeterminarsi, il suo gesto è da condannare. Ma questa condanna non deve essere disgiunta dalla pietas (e non dalla pietà) per l'uomo, da un netto rifiuto di ogni ipocrisia e, soprattutto, da una netta chiamata in causa delle istituzioni assenti e della malagiustizia imperante, che lo hanno lasciato solo per dodici anni a vivere una tragedia assolutamente destabilizzante.
Non è un caso che Nicola sia esploso in un gesto rivendicativo proprio dopo che aveva già partecipato ad altre trasmissioni e, soprattutto, dopo che aveva avuto la certezza di aver rivisto il figlio ma – e nessuno ci ha pensato – pur nell'ansia di vederlo ripartire di nuovo, fra un mese e chissà per restarci quanto – verso l'Australia.
Personalmente, mi sento molto vicino a Luca e ritengo che il nostro compito sia di aiutare in ogni modo – con la presenza quanto, allorché necessario, con il silenzio e con il mettersi da parte – Luca e Nicola a trovare un loro modo di incontrarsi, stare insieme, gettare le basi per un proprio futuro
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