19 dicembre 2006

LA CGIL RISPONDE SUI MANIFESTI DI BRESCIA. E DICE IL FALSO SULLE CIFRE

Uno psicologo e psicoterapeuta di Genova ha scritto alla CGIL contestando opportunità, cifre, impostazione della campagna di Brescia contro il padre.

La CGIL risponde.

Ovviamente sbagliando per prima cosa dati e statistiche:



Gent. Dott. Valter Spiller

ho letto la sua lettera del 12 dicembre scorso in merito alla campagna che si sta svolgendo in pro vincia di Brescia contro la violenza sulle donne,promossa dalla Consigliera Provinciale di Paritàe alla quale ha aderito anche la Cgildi Brescia. Anzitutto vorrei ricordarLe che la violenza sulle donne, come dimostrano anche le statistiche internazionali, è la prima causa di morte per la popolazione femminile dai 14 ai 60 anni e che, sempre secondo le statistiche, tale violenza si esercita in oltre il 90% dei casi nella case o in ambienti famigliari e conosciuti.

Ci pare quindi difficile sostenere un para gone tra la violenza maschile, anche famigliare, e gli episodi di presunta violenza femminile.

In ragione di questo, e in ragione del fatto che nonostante il progresso, la libertà femminile viene tuttora contra stata con la violenza e la cultura patriarcale (a qualunque religione si faccia riferimento non è rilevante), riteniamo in generale opportuno partecipare a campagne di informazione che dicano parola pubblica contro la violenza e ribadiscano l’inviolabilità del corpo e della mente delle donne.

Nessuna denigrazione o umiliazione dunque nei con fronti del genere maschile in quella campagna, i cui manifesti erano peraltro già stati utilizzati in campagne analoghe in altre regioni d'Italia,ma la presa d’atto della necessità di compiere una pro fonda rivoluzione nella concezione dei rapporti di genere.

Vorrei inoltre segnalarLe che la struttura regionale che dirigo non ha, né vuole avere, poteri di interdizione di iniziative che vengano assunte dalle Camere del Lavoro pro vinciali, o da Cgil Cisl Uil provinciali.

Per queste ragioni, nel rispetto ovviamente di opinioni diverse e assolutamente legittime, non ritengo utili esplicite prese di posizione, pur essendo disponibile a qualunque con fronto nel merito delle tipologie di campagne di informazione che permettano di trovare gli strumenti più efficacidi contrasto alla violenza sulle donne.

Distinti saluti

Susanna Camusso

Segretario generale CGIL Lombardia”

E' falso che la violenza domestica sia solo una violenza maschile, ed è falso sostenere che la prima causa di morte di una donna sia la violenza maschile.

La violenza di coppia è femminile nel 47% dei casi.

Non sappiamo poi se nelle cifre citate dalla signora Camusso sono compresi anche gli infanticidi compiuti da madri (usualmente riconosciute incapaci di intendere e/o volere), altri episodi di violenza domestica di donna contro donna (i rapporti lesbici violenti sono una realtà), e quale rilievo è dato ad altri studi sul problema (come quelli citati dall'istituto RADAR, statunitense).

Infine, la prima causa di morte per una donna è l'accidente cardiovascolare, seguita dai tumori (confrontare statistiche ISTAT).

Per quanto riguarda la morte per accidente cardiovascolare, il sesso femminile sta raggiungendo quello maschile quanto a percentuale.

Tale escalation è attribuita in piccola parte all'aumento di fumatrici fra le donne, e in gran parte alla maggior presenza nel mondo del lavoro.

Questo significa, in altri termini, che l'uomo è abituato da sempre a morire prima della donna per garantire a lei la sopravvivenza attraverso il proprio lavoro.


Pubblichiamo ora la risposta del dr. Spiller alla sindacalista (in rosa il testo della signora Camusso, in blu la risposta del dr. Spiller)

Gent. Susanna Camusso,

La ringrazio per la sua risposta che, per adesso, rimane l'unica che ho ottenuto dalle istituzioni alle quali ho rivolto la mia richiesta.

Come può immaginare, non sono per nulla d'accordo con le sue risposte, e in generale, con l'impostazione che ha dato alla questione. Provo a risponderle per punti, sperando che abbia la pazienza di leggere queste argomentazioni e immaginare che esiste un "altro modo" per descrivere ed affrontare la questione.

Anzitutto vorrei ricordarLe che la violenza sulle donne, come dimostrano anche le statistiche internazionali, è la prima causa di morte per la popolazione femminile dai 14 ai 60 anni e che, sempre secondo le statistiche, tale violenza si esercita in oltre il 90% dei casi nella case o in ambienti famigliari e conosciuti.


1) Le statistiche italiane, e lei lo sa benissimo (spero), dicono una cosa ben diversa sulla mortalità femminile: i dati ISTAT (2001 e 2003), mostrano che tumori e malattie cardiocircolatorie sono circa 20 volte più frequenti di TUTTE le cause di morte violenta nelle donne (compresi quindi quelle accidentali, ecc.), e il trend purtroppo è in aumento. E l'ISTAT non mi sembra una fonte "patriarcale". Se vuole controllare: http://www.istat.it/dati/dataset/20050922_00.

Questi messaggi sono stati affissi IN ITALIA, letti da mariti e padri ITALIANI, che non possono essere considerati responsabili di ciò che avviene altrove. In Italia il comportamento più a rischio per le donne non è avere un maschio vicino, ma FUMARE (benedetta parità!!) che ormai è di gran lunga la principale causa di malattia (diretta o indiretta) femminile. Trascurare questi dati è pura ideologia, e in una cosiddetta campagna di informazione pubblica (con soldi pubblici) non è una bella cosa!

2) I manifesti sono contro IL PADRE. Qui sta il vero problema. "Gli occhi neri sono di suo padre" e "Lo fa anche papà" , sono un attacco diretto contro funzioni educative fondamentali per lo sviluppo psicosociale di ogni essere umano. Si è dimenticata che la stragrande maggioranza delle percosse fisiche ai figli è inflitto dalle madri? (...sono solo sberle, ceffoni, sculacciate, non sono VIOLENZA, ovviamente!). Si è dimenticata che la stragrande maggioranza dei padri si fa in quattro per mantenere la famiglia?

Anche qualche padre è violento (fisicamente). Quando il padre picchia, fa più male (fisicamente), si sa. Sono d'accordo che questo sia un problema grave, proprio perchè la violenza (come viene raffigurata nei manifesti) è una testimonianza di sconfitta, non certo di potere. Ma identificare una funzione universale (il padre), con la posizione dei POCHI padri violenti è aberrante, antieducativo, pericoloso e FALSO.


Ci pare quindi difficile sostenere un paragone tra la violenza maschile, anche famigliare, e gli episodi di presunta violenza femminile.


La violenza non è una soluzione. Lo sappiamo tutti. Manifesti violenti non sono una soluzione. Spero lo sappiano in molti, dopo questa campagna. La violenza femminile c'è eccome! Si attua semplicemente secondo altre forme, prevalentemente psicologiche, di uguale gravità. E quando è manifesta, è ancora più drammatica (gli esempi sono molti).

Se il prossimo manifesto per la campagna contro la violenza degli ADULTI sui BAMBINI ristraesse una bambina che butta il fratellino nel cassonetto (o fa a pezzi una bambola) sotto una scritta che recita "anche la mamma lo fa", ci sarebbe una rivolta generale. Ma se lo immagina? Eppure esiste anche la violenza femminile, vera, non presunta. Affatto presunta.


In ragione di questo, e in ragione del fatto che nonostante il progresso, la libertà femminile viene tuttora contrastata con la violenza e la cultura patriarcale (a qualunque religione si faccia riferimento non è rilevante), ...


E qua, abbia pazienza, si svela tutto il pensiero che sta dietro queste campagne. La valorizzazione della donna sparisce completamente di scena. E diventa protagonista L'ATTACCO al padre, al maschio in generale. I valori portati dal PADRE sono una espressione PATRIARCALE (e quindi negativa: da combattere se donna, da vergognarsene se uomo).

Questa trappola, in cui ahimè sono cadute tante donne e troppi uomini, è davvero nefasta. L'uguaglianza viene percepita come necessità di negare le differenze fra i sessi, non di valorizzarle. Questo è tragico. Non voglio essere partecipe di questa tragica mistificazione (ha qualche idea sulle possibili cause di un così grande aumento della frequenza di uomini impotenti e di donne sterili?). Pari Dignità NELLA DIFFERENZA, non parità che le annulla!

Infine mi chiedo: ma come è possibile sostenere che la cultura italiana lamenta una eccessiva presenza di valori paterni quando la letteratura scientifica, sociologica, culturale, lamenta esattamente IL CONTRARIO?


riteniamo in generale opportuno partecipare a campagne di informazione che dicano parola pubblica contro la violenza e ribadiscano l'inviolabilità del corpo e della mente delle donne.


Campagne di informazione? I bambini che leggono i manifesti sono informati di cosa? L'informazione (scientifica) cita fonti validate. Forse l'ISTAT si è sbagliata e io non lo so!


Nessuna denigrazione o umiliazione dunque nei confronti del genere maschile in quella campagna


E se molti maschi e padri si sono sentiti denigrati e umiliati, come le mettiamo? Forse non era intenzione farlo (ma non ci credo più, date le sue parole di prima), ma così e stato! Qualcuno rimedierà?


, i cui manifesti erano peraltro già stati utilizzati in campagne analoghe in altre regioni d'Italia, ma la presa d'atto della necessità di compiere una profonda rivoluzione nella concezione dei rapporti di genere.


Sono d'accordo con lei, PROFONDA RIVOLUZIONE: che alle donne si consentito di ricominciare a pensare che il maschile è un mondo inconoscibile, affascinante e "sacro" (e di cui hanno bisogno per sopravvivere).

Le assicuro che qualche maschio che pensa che il femminile sia un mondo sconosciuto, affascinante e "sacro" (e di cui ha bisogno per sopravvivere), per fortuna, c'è ancora!

Un cordiale saluto.

Valter Spiller

Riportiamo ora, da una comunicazione del dr. Spiller, i Dati ISTAT consolidati, pubblicati nel 2005, relativi alle cause di di morte per categorie

CAUSE DI MORTE (GRUPPO ICD9)

Tumori (di cui) 70.150 68.565
Tumori maligni dello stomaco 4.566 4.488
Tumori maligni del colon, retto e ano 7.958 7.969
Tumori maligni della trachea,
bronchi e polmoni
6.167 6.446
Tumori maligni della mammella 11.525 11.334
Diabete mellito 10.936 11.442
Malattie del sistema nervoso 7.899 9.620
Malattie del sistema circolatorio (di
cui)
129.896 138.843
Infarto del miocardio 14.406 17.091
Disturbi circolatori dell'encefalo 38.939 41.430
Malattie dell'apparato respiratorio 13.909 18.162
Malattie dell'apparato digerente 12.043 11.960
Cause accidentali e violente 10.663 10.837
Altre cause 21.252 25.740
276.748 295.169

Continua il dr. Spiller: "E sempre per la cronaca, i maschi fra i 14 e i 60 anni in media muoiono di cause accidentali o violente da quattro a sei volte più delle donne. Altro che "serena autocritica" (come suggerisce la Maculotti nella sua intervista al TG2!).
Ovviamente, e questo occorre dirlo, le cause di morte sono un indicatore molto parziale del fenomeno della violenza e non è corretto utilizzarlo "tout court" per argomentare sulle caratteristiche della violenza (intrafamiliare)."

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