Il gesto compiuto da Nicola De Martino durante la trasmissione della rubrica del TG2, di volersi dar fuoco con della benzina in presenza del figlio se non veniva letto un suo comunicato, è l'evidente frutto di anni e anni di sofferenze crudelmente prodotte dall'illegittima privazione degli affetti più cari, nonchè del terribile isolamento in cui è stato lasciato quest'uomo in virtù della più completa assenza di ogni aiuto istituzionale.
Non a caso tale gesto – che non era stato intuito da nessuno dei suoi più intimi amici - arriva proprio nel momento della sua vita in cui Nicola, ritrovato il figlio, si è sentito liberato dal tremendo incubo dell'incertezza legata a una privazione continua, mai definitiva e mai finita. Se, infatti, è presumibile che un uomo cui muore un figlio possa prima o poi accettare tale perdita perchè definitiva e irreversibile, non altrettanto si può dire della sottrazione di un figlio, evento in cui la perdita continua all'infinito, non è mai né irreversibile ma nemmeno certa o risolta, e continua tra altalene continue di indefinite speranze e indefinite incertezze.
Come Centro Studi Separazioni e Affido Minori riteniamo sia doveroso garantire oggi, a quest'uomo in evidente difficoltà ogni possibile sostegno di natura psicologica e, agli altri nella sua condizione, la garanzia che non saranno lasciati soli a lottare per i propri figli.
E' evidente infatti che la totale assenza di ogni tutela sociale, giudiziaria, istituzionale, per i genitori vittime di “mobbing genitoriale”, e comunque per tutti quelli vittime di illegittime privazioni all'esercizio della propria genitorialità, non può che condurre a quadri clinici di disadattamento sociale e psicologico anche gravi.
In questo senso, se riteniamo doveroso condannare il gesto di quest'uomo, qualora egli fosse in grado di intendere e/o volere, non possiamo comunque non condannare – invocando immediati e adeguati rimedi – le istituzioni italiane, che con il loro terribile vuoto hanno lasciato quest'uomo solo e abbandonato a sè stesso per anni e anni.
Siamo vicini a Luca De Martino e a suo papà, del quale non condividiamo in alcun modo il gesto ma di cui sentiamo tutta la prolungata sofferenza, e al quale vogliamo garantire tutto il nostro appoggio e la nostra assistenza.
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