L'ARTE DELL' "ANDARE OLTRE" IL MOBBING GENITORIALE.
UNA IMPRESA IMPOSSIBILE MA DA PERCORRERE PER MANTENERE NEL TEMPO IL RAPPORTO CON I PROPRI FIGLI E GARANTIRE LORO UN MODELLO DI SOLIDITA' E STABILITA'
La Giustizia familiare crea da anni sacche di illegalità e sopraffazione.
Sull'"interesse" del minore agisce un sistema che pretende di gestire il conflitto attraverso il conflitto, cioè con una logica schizofrenica capace solo di perpetuare all'infinito il conflitto.
IL SISTEMA SOCIOGIUDIZIARIO DELLE SEPARAZIONI DIVENTA COSì UN SISTEMA CHE DI FATTO ABUSA DEI MINORI
Dr. Gaetano Giordano
www.psicoterapia.clinic
L'ARTE DELL' "ANDARE OLTRE" IL MOBBING GENITORIALE.
UNA IMPRESA IMPOSSIBILE MA DA PERCORRERE PER MANTENERE NEL TEMPO IL RAPPORTO CON I PROPRI FIGLI E GARANTIRE LORO UN MODELLO DI SOLIDITA' E STABILITA'
Le patologie che insorgono nel genitore mobbizzato dall'ex partner che vuole espropriarlo, a fini di vendetta o di vantaggio economico, della sua genitorialità e dei rapporti con il figlio.
Il danno che ne consegue, un danno psicologico e fisico spesso non indifferente, deve diventare uno dei danni risarcibili in sede legale. Il mobbing genitoriale è responsabile di un numero imponente di patologie che possono arrivare fino al prodursi di eventi omicidiari e suicidiari.
Fermate questa strage.
QUESTO POST E' CANCELLATO COME SEGNO DI DISSENSO DA QUANTO STA AVVENENDO IN UN FORUM DI GENITORI SEPARATI.
I genitori separati sono vittime di gravissime discriminazioni.
Non hanno però il diritto, come sta avvenendo in alcuni loro forum, di insultare ignobilmente altri esponenti del settore, di scatenare campagne di isnulti, e di atteggiarsi sempre a vittime di atteggiamenti malevoli di altri.
Gli esponenti di alcune di queste associazioni sono espertissimi nel presentarsi come eterne vittime dell'invidia e della slealtà di altri, e questo a loro avviso li giustificherebbe sempre e comunque negli assalti e nelle campagne di linciaggio che scatenano contro altre associazioni e altri rappresentanti delle stesse.
Certi comportamenti sono totalmente indecorosi e vergognosi.
Tanto più che vi è una chiave ricorsiva che li muove: in questi forum tutto viene preso a pretesto - con tratti a volte realmente paranoidei - per dimostare di essere vittime della cattiveria, dell'invidia, della slealtà altrui, e questo giustifica ogni linciaggio morale del "nemico" di turno.
Nessuno però, in queste associazioni, segnala mai gli interventi a favore delle stesse, e nessuno si sente mai in dovere di ringraziare o semplicemente indicare le persone e gli operati destinati a dar sostegno ad esse e ai loro esponenti.
Questo fa parte di una logica ben precisa: molte associazioni di genitori separati - che in genere non contano più di una ventina di aderenti - sono costituite sul narcisismo paranoideo di chi le fonda e le dirige con toni da condottiero salvifico, e questi "fondatori", per poter creare consensi al proprio interno, devono continuamente indicare nemici all'esterno, incitare al loro linciaggio, e occultare ogni potenziale sostegno alla loro causa, onde non far correre il rischio, al "duce" di turno, di dover spartire la propria credibilità con qualcuno.
Se dunque la lotta a tutela dei minori coinvolti nella separazione è una lotta per i diritti civili dei minori e dei loro genitori, è altrettanto vero che non si può più di tanto solidarizzare con personaggi fanatici, paranoici, distruttivi, che fanno del continuo linciaggio morale di pretesi nemici la propria chiave operativa.
Il problema estremamente grave è che ancora una volta è dimostrato come la risposta ad un problema sociale tenda a diventare, in questo contesto socioculturale che privilegia i diritti e i poteri delle "persone" rispetto a quelli delle relazioni, più grave del problema che pretende di affrontare.
Quello che sta avvenendo in certi forum e in certi spazi di incontro di associazioni di "genitori separati" ne è la drammatica e disperante dimostrazione.
30 MAGGIO 2007
GG
Le cifre sembrano proprio dire questo.
Un'epidemia di denunce di falsi abusi, dietro cui, immancabile, c'è una mamma o un gruppo di mamma.
E in tutti i casi tutti i presunti colpevoli - scagionati dopo una detenzione assurda e ingiustificabile - hanno un dato in comune.
Il proprio ruolo rispetto alla madre del bambino pretesamente abusato: sono sempre persone che hanno assunto compiti che in epoca neonatale e fino ai tre anni erano della madre e che poi diventano invece quelli promotori di una spinta alla socializzazione e alla autonomia individuale e sociale del bambino.
In tutti i casi, vittima della falsa denuncia di abuso è un individuo che ha come caratteristica quella di limitare il potere della madre e, soprattutto, la autoreferenzialità di questa onnipotenza.
Quante sono le denunce per abuso sessuale, presentate o stimolate dalle madri contro i padri dei propri figli, che poi vengono puntualmente archiviate, dopo aver fatto danni enormi?
E chi c'è sempre dietro le tante denunce contro le insegnanti delle scuole - scuole, non a caso - "materne"?
Una mamma.
Oppure un gruppo di mamme.
Non c'è solo Rignano Flaminio, molto probabilmente, fra l'elenco di scuole "materne" vittime delle accuse, al momento prive di gravi indidizi, di pedofilia.
Maestre delle scuole materne, e comunque personale di istituzioni che accolgono bambini dai tre ai cinque anni, sono state vittime di calunnie in molti casi.
Anzi: occorrerebbe cominciare a contare i danni fatti da questi "gruppi di mamme", che propalano vicende sempre al limite della credibilità, e che ostentano sicurezze onnipotenziali, quando, interrogate sui massmedia, hanno già stabilito di poter essere le sole che sanno davvero cosa è successo al proprio figlio e le uniche che possono decidere come sono andati i fatti.
A nostro avviso, tutto questo passa per il determinato momento psicostorico, per così dire, che stiamo vivendo.
Un momento nel quale l'immagine e la figura del "Padre", e di tutto ciò che esso comporta, sta drammaticamente venendo meno nella psiche collettiva, nella nostra cultura, nel nostro modo di pensare.
Per questo (e la categoria lo ha intuito da tempo: basta chiedere a qualche maestra) il ruolo delle maestre delle scuole materne è un ruolo che sta diventando sempre più a rischio.
Perchè, esattamente come quei padri che si separano e che tendono a pretendere dalle madri una condivisione nella gestione del figlio, anche le maestre e il personale delle scuole materne (e si sottolinea: "materne"), costituiscono il primissimo fronte, per così dire, che pone ostacoli all'autoreferenziazione del potere materno sui figli, e impone al bambino regole e comportamenti che lo estraneano alla completa gestione materna, per influire direttamente sul suo comportamento e sulla sua consapevolezza di sè.
Per valutare la portata di quanto stiamo affermando, basta consultare il sito www.falsiabusi.it, e rendersi conto di come tutte le vittime di denunce di falsi abusi sessuali sono tutti - o in stragrande maggioranza - ai danni di educatori che avevano rapporti con minori in età di scuola "materna", ovvero padri separati.
Ci si chiederà perchè non sono coinvolti invece operatori degli asili nido, i cui frequentatori sfiorano comunque l'età dei tre anni.
A nostro avviso ciò avviene perché gli asili nido è ancora uno spazio nel quale comunque il potere della madre non viene limitato dalla struttura che ospita il figlio: è uno spazio percepito di fatto protesi dello spazio materno, di continuità operativa della madre, e le operatrici che vi partecipano sono, molto più che le maestre delle materne, pure fornitrici di contenuti e comportamenti meramente assistenziali: lavano il bambino, gli danno da mangiare, lo cambiano ma condividono regole e soprattutto autorità con la madre.
Difficilmente operano in termini valutativi e - soprattutto - sono a contatto con bambini che molto più di quelli che si recano alla materna hanno un rapporto ancora fusionale con la madre.
Nel nido, in altri termini, la mamma è ancora la mamma, e il distacco dalla fusionalità coscienziale del bambino da lei non è in pericolo.
I bambini della scuola "materna", invece, cominciano ad acquisire intanto una consapevolezza sempre più nitida di una propria differenza dalla "mamma", entrano nel periodo in cui si percepiscono sempre più come individui a parte dalla persona che li ha generati, e cominciano a essere avviati comunque (e proprio per questo) a quel processo di socializzazione mediato da regole e informato da un "Logos" di partecipazione sociale che farà di loro individui adulti e autonomi.
Da questo punto di vista non stupisce che la denuncia di un abuso mai avuto avviene in due occasioni appunto: quando "le mamme" si confrontano con le "maestre", che assumono appunto in qualche modo un ruolo di limitazione del loro potere sul minore - iniziando per così dire a presentarlo alla società - o quando entrano in contrasto con un "padre" che intende condividere, ma da posizione di non fusionalità coniugale, le responsabilità genitoriali.
I entrambi i casi cioè, la vittima della falsa denuncia di abuso è chi si pone in posizione limitante il ruolo onnipotenziale della madre e, soprattutto, ha come specifico ruolo quello di avviare il bambino alla propria autonomia coscienziale di individuo immerso in un sistema di regole sociali.
D’altra parte, non possiamo certo dimenticare che se esiste la c.d. Sindrome di Munchausen per procura, l’abuso sessuale può esserne semplicemente una variante. Noi sappiamo che "Nel DSM-IV la sindrome di Munchausen per procura viene definita come "Disturbo Fittizio con Segni e Sintomi Fisici Predominanti (300.19)". Si tratta di un serio disturbo di personalità con controllo volontario da parte del soggetto che simula la malattia, talora con una lucida convinzione delirante. Quando queste persone hanno dei figli, spostano su questi la loro convinzione di malattia, arrivando a sottoporli a continui accertamenti medici e cure inutili nonchè inopportune, giustificate esclusivamente dalle fantasie del genitore (quasi sempre della madre) e dalle sue conoscenze mediche. In queste situazioni il bambino tende a colludere con il genitore, simulando uno stato di malattia pur di avere garantite cure e attenzioni. In sostanza la malattia diventa per il bambino una modalità per superare la paura di essere abbandonato o rifiutato, perchè il genitore continuerà ad occuparsi di lui finchè presenterà i sintomi fisici, mentre la guarigione coinciderebbe con un abbandono. Nella sindrome di Munchausen il bambino arriva a perdere la capacità di percepire correttamente le sensazioni che gli provengono dal corpo, fino a non essere più in grado di distinguere se i sui sintomi sono reali, immaginati da lui o indotti dagli altri, con lo strutturarsi, come conseguenza, di un Sè fragile e poco differenziato. [N.d.r.: grassetto e sottolineatura nostri]. Le conseguenze più gravi di questo tipo di abuso emergono nel momento in cui il bambino cresce e diventa adolescente, entrando in una fase della vita che per definizione porta con sè una serie di problematiche legate al corpo. Il rischio che corre il ragazzo Munchausizzato è quello di continuare a percepire il proprio corpo come malato ed evolvere verso strutture psicotiche in cui sia centrale il delirio dismorfofobico e quello ipocondriaco, oppure sviluppare l'anoressia mentale nel tentativo di distanziarsi dai messaggi invalidanti ricevuti e negando e mortificando il proprio corpo considerato fino ad allora come oggetto malato del genitore." (da: SOSCHILD.ORG, dr.ssa Irene Parascosso).
Nulla esclude che tutte queste (e purtroppo ormai non rare) false denunce di pedofilia piene di racconti che solo le madri hanno sentito e hanno saputo comprendere, originino da meccanismi simili alla Sindrome di Munchausen, meccanismi assolutamete più facili da innescarsi quando si ipotizza un fenomeno ad altissimo grado di pericolosità verso il minore qual è la pedofilia.
Il problema è che - e anche questo ci appare emblematico del momento in cui viviamo - invece di prendere i racconti e le interpretazioni delle madri come spunti per approfondimenti in tutte le direzioni (ivi inclusa l'idea che l'abuso esista ma consista proprio della denuncia per pedofilia, ovvero che il disagio del bambino e le sue fantasie esprimano un problema intrafamiliare da cui è escluso il tema pedofilo), la Giustizia (esattamente come avviene nel diritto divorzile e nelle cause di separazione) privilegia in maniera acefala e acritica (basti vedere - nel caso di Rignano Flaminio - la discrepanza fra resoconti materni e risultanze investigative!) la visione "materna" dei fatti.
Quello che appare in gioco è dunque un attuale strapotere collettivo del materno, nella sua versione di fusionalità con l’infanzia, cioè di madre divorante il bambino quanto identificata con la sua verità: le madri che denunciano non denunciano mai altre madri come tali, ma sempre persone che hanno come ruolo quello del costruire con il bambino l’adesione a nuove regole di autonomia, socializzazione, limitazione del desiderio e della propria onnipotenza, in nome di una crescita nella autonomia e nella socializzazione.
Da questo punto di vista la “maestra” della scuola materna è un ruolo terribilmente a rischio, come quello del “padre” separato dalla madre: la maestra della scuola “materna” (così come la novizia o la suora che si occupa del bambino di tre anni, o l’istitutore dell’asilo) consegna alla madre il fantasma della fine della propria onnipotenza, e dunque un mondo nel quale non può più tenere la vita del figlio come se non fosse altro che la sua.
La maestra della scuola “materna” viene a togliere il figlio alla madre, e – così come farà per altri versi il padre – lo consegna ad un contesto di regole: il che, in questi tempi nei quali il “Padre”, inteso come dimensione archetipa della psiche collettiva ma anche dell’esistere sociale (il mondo sembra sempre più votato alla chiave dell’esaudimento immediato del desiderio), è sempre meno preente, implica un rischio gravissimo.
D’altra parte, basta ascoltare una intervista alla mamma denunciante di turno, per rendersi conto di quanto piena e totale sia l’identificazione con la diade madre-figlio/a: voci lamentose o infantilmente arrabbiate, pretese di verità, ragionamenti autoreferenziatisi sulla validità delle proprie deduzioni su cosa “è veramente successo al bambino”.
A rovescio, occorre tener conto di un aspetto del problema molto importante anche per altri punti di vista: le madri italiane hanno con i propri figli rapporti di rabbia e iniziazione alla violenza, come le donne di culture diverse, quali le sudamericane, ad esempio (che con i propri figli hanno ben diversi tipi di rapporto), intuiscono e descrivono subito. Basta andare in un supermercato o in un parco giochi, e vedere come mediamente la madre italiana rimprovera il figlio: con quale rabbia e quale violenza verbale (e a volte fisica) lo ammonisce, lo rimprovera, lo minaccia, lo ricatta, lo riempie di aggressività.
Non ci vuol molto, e basta recarsi in uno di questi “bacini di raccolta” di madri con i figli, per ad accorgersi come le madri italiane trasmettano a questi una impressionante carica di rabbia, minaccia, aggressività.
Il che implica che per ovvie esigenze psicologiche, questa rabbia (che poi verrà magari etichettata come “violenza al maschile”, nei maschi) dovrà essere rimossa e “proiettata” a scopo difensivo su un qualche “persecutore” di turno: la maestra cattiva, l’uomo nero e pedofilo, il padre abusante.
Il punto da approfondire è la relazione fra questa “rabbia” e l'autonomia del figlio.
La madre che rimprovera aspramente il figlio, che lo minaccia (ma non gli vieta) di riempirlo di sberle, schiaffoni, sganassoni, che lo fa piangere perché lui “vuole” troppo, è una madre che reagisce con rabbia (e non con regole ferme e non rabbiose o persecutorie, violente e umilianti) ai desideri e alle autonomie del figlio.
Laddove per gestire le quali ci vorrebbe non minaccia, rabbia, ritorsione, ma la salda fermezza di un Pater che consente al figlio di interiorizzare regole di autonomia e socializzazione.
Madri del genere dimostrano di percepire con “rabbia” l'autonomia e la ricerca dell'appagamento personale da parte del figlio, e sono incapaci di prospettare regole (paterne) di limitazione e definizione del filgio.
La stessa rabbia diviene accusa persecutoria allorché il processo di limitazione dei desideri del figlio in funzione di una acquisizione di identità e autonomia, e quelli di definizione di socializzazione del bambino, vengono iniziati da un'altra donna (la maestra), che si colloca in una posizione percepita dalla madre come antagonista e di potenziale rivalità.
In sintesi: l’orrore di Rignano Flaminio, come quello di tanti altre vicende del genere, non è nel pedofilo, ma nella dimensione materna che divora il minore per non consegnarlo al mondo.
Non è un caso che si invoca sempre la perversione dell’aspetto sessuale della relazione come metodica di abuso: la sessualità segna il limite oltre il quale la Madre non esiste, e dunque l’accusa per distruggere chi ha un ruolo limitante il materno, è una accusa di sessualità malata.
In altri termini, il sesso è un potentissimo fattore di differenziazione sessuale per l'Uroboro materno (il riferimento è a Jung) nel quale madre e figlio vivono una fusionalità senza consapevolezza di differenze e identità.
Diventa dunque un limite, e compare come evento persecutorio e lesivo "del" e "nel " mondo degli adulti che stanno strappando il figlio alla madre.
Una carezza al bambino non è una carezza: è un segno lascivo di quel mondo che vuole strappare troppo presto l'infante alla madre e consegnarlo a l mondo con le sue regole ma, ahime, con i suoi vizi.
No, non è affatto un caso che siamo in presenza di una epidemia di false denunce di abuso sessuale: il Padre è un evento negativo del nostro convivere sociale e se entra nella gestione del bambino (anche sotto forma di regole imposte dalle maestre di asilo), non è un Padre: è un adulto abusante
QUESTO POST E' CANCELLATO COME SEGNO DI DISSENSO DA QUANTO STA AVVENENDO IN UN FORUM DI GENITORI SEPARATI.
I genitori separati sono vittime di gravissime discriminazioni.
Non hanno però il diritto, come sta avvenendo in alcuni loro forum, di insultare ignobilmente altri esponenti del settore, di scatenare campagne di isnulti, e di atteggiarsi sempre a vittime di atteggiamenti malevoli di altri.
Gli esponenti di alcune di queste associazioni sono espertissimi nel presentarsi come eterne vittime dell'invidia e della slealtà di altri, e questo a loro avviso li giustificherebbe sempre e comunque negli assalti e nelle campagne di linciaggio che scatenano contro altre associazioni e altri rappresentanti delle stesse.
Certi comportamenti sono totalmente indecorosi e vergognosi.
Tanto più che vi è una chiave ricorsiva che li muove: in questi forum tutto viene preso a pretesto - con tratti a volte realmente paranoidei - per dimostare di essere vittime della cattiveria, dell'invidia, della slealtà altrui, e questo giustifica ogni linciaggio morale del "nemico" di turno.
Nessuno però, in queste associazioni, segnala mai gli interventi a favore delle stesse, e nessuno si sente mai in dovere di ringraziare o semplicemente indicare le persone e gli operati destinati a dar sostegno ad esse e ai loro esponenti.
Questo fa parte di una logica ben precisa: molte associazioni di genitori separati - che in genere non contano più di una ventina di aderenti - sono costituite sul narcisismo paranoideo di chi le fonda e le dirige con toni da condottiero salvifico, e questi "fondatori", per poter creare consensi al proprio interno, devono continuamente indicare nemici all'esterno, incitare al loro linciaggio, e occultare ogni potenziale sostegno alla loro causa, onde non far correre il rischio, al "duce" di turno, di dover spartire la propria credibilità con qualcuno.
Se dunque la lotta a tutela dei minori coinvolti nella separazione è una lotta per i diritti civili dei minori e dei loro genitori, è altrettanto vero che non si può più di tanto solidarizzare con personaggi fanatici, paranoici, distruttivi, che fanno del continuo linciaggio morale di pretesi nemici la propria chiave operativa.
Il problema estremamente grave è che ancora una volta è dimostrato come la risposta ad un problema sociale tenda a diventare, in questo contesto socioculturale che privilegia i diritti e i poteri delle "persone" rispetto a quelli delle relazioni, più grave del problema che pretende di affrontare.
Quello che sta avvenendo in certi forum e in certi spazi di incontro di associazioni di "genitori separati" ne è la drammatica e disperante dimostrazione.
30 MAGGIO 2007
GG
QUESTO POST E' CANCELLATO COME SEGNO DI DISSENSO DA QUANTO STA AVVENENDO IN UN FORUM DI GENITORI SEPARATI.
I genitori separati sono vittime di gravissime discriminazioni.
Non hanno però il diritto, come sta avvenendo in alcuni loro forum, di insultare ignobilmente altri esponenti del settore, di scatenare campagne di isnulti, e di atteggiarsi sempre a vittime di atteggiamenti malevoli di altri.
Gli esponenti di alcune di queste associazioni sono espertissimi nel presentarsi come eterne vittime dell'invidia e della slealtà di altri, e questo a loro avviso li giustificherebbe sempre e comunque negli assalti e nelle campagne di linciaggio che scatenano contro altre associazioni e altri rappresentanti delle stesse.
Certi comportamenti sono totalmente indecorosi e vergognosi.
Tanto più che vi è una chiave ricorsiva che li muove: in questi forum tutto viene preso a pretesto - con tratti a volte realmente paranoidei - per dimostare di essere vittime della cattiveria, dell'invidia, della slealtà altrui, e questo giustifica ogni linciaggio morale del "nemico" di turno.
Nessuno però, in queste associazioni, segnala mai gli interventi a favore delle stesse, e nessuno si sente mai in dovere di ringraziare o semplicemente indicare le persone e gli operati destinati a dar sostegno ad esse e ai loro esponenti.
Questo fa parte di una logica ben precisa: molte associazioni di genitori separati - che in genere non contano più di una ventina di aderenti - sono costituite sul narcisismo paranoideo di chi le fonda e le dirige con toni da condottiero salvifico, e questi "fondatori", per poter creare consensi al proprio interno, devono continuamente indicare nemici all'esterno, incitare al loro linciaggio, e occultare ogni potenziale sostegno alla loro causa, onde non far correre il rischio, al "duce" di turno, di dover spartire la propria credibilità con qualcuno.
Se dunque la lotta a tutela dei minori coinvolti nella separazione è una lotta per i diritti civili dei minori e dei loro genitori, è altrettanto vero che non si può più di tanto solidarizzare con personaggi fanatici, paranoici, distruttivi, che fanno del continuo linciaggio morale di pretesi nemici la propria chiave operativa.
Il problema estremamente grave è che ancora una volta è dimostrato come la risposta ad un problema sociale tenda a diventare, in questo contesto socioculturale che privilegia i diritti e i poteri delle "persone" rispetto a quelli delle relazioni, più grave del problema che pretende di affrontare.
Quello che sta avvenendo in certi forum e in certi spazi di incontro di associazioni di "genitori separati" ne è la drammatica e disperante dimostrazione.
30 MAGGIO 2007
GG
L'associazione GESEF ha presentato in televisione i risultati di una ricerca durata circa otto anni e relativa a otto anni di raccolta di dati e informazioni.
Di tale ricerca abbiamo parlato in altro blog.
Qui riportiamo invece il video relativo alla trasmissione “l'Antipatico”, di Maurizio Belpietro, cui hanno partecipato Vincenzo Spavone, autore dell'inchiesta (di cui si riferisce anche nel sito della GESEF), e la psicoterapeuta Sarah Viola.
Sarah Viola ha avuto parole veramente inconsuete rispetto al consueto panorama dello ...”psicologismo” italiano: “è vero” ha detto, “c'è un'escalation della violenza femminile contro gli uomini. Le donne hanno un difetto: pretendono di avere sempre ragione e quando non se le vedono riconosciuta diventano più aggressive di quanto ci si possa immaginare. ... Da quando c'è la legge sull'affido condiviso le donne sono diventate ancora più violente perchè non intendono perdere il primato sui figli. Le donne non sono pronte a una parità con gli uomini sulla genitorialità”, parole che dette da un uomo sarebbero state prese per il frutto di bieco sessismo, e rappresentano invece una stupenda sintesi di una drammatica realtà psicosociale.
Ottimo l'intervento di Spavone.
Unico neo: in un eccesso di entusiasmo Spavone si è attribuito immeritatamente la creazione del termine “Mobbing Genitoriale”.
Un concetto che lui sta utilizzando con una certa buona padronanza, ma sul quale non ha mai scritto un rigo sino ad oggi, e - anzi - ha sempre evitato di utilizzare.
Il termine, e soprattutto il concetto, di “Mobbing Genitoriale” - che ora fa gola a molti - sono stati introdotto ed utilizzati per la prima volta da chi scrive, in un articolo pubblicato su Psychomedia nel luglio 2004.
Le successive pubblicazioni scientifiche sono state esclusivamente quelle di chi scrive, mentre diversi sono gli autori e soprattutto gli scritti che hanno citato tale termine nelle loro pubblicazioni, attribuendolo sempre agli articoli di chi scrive: fra questi, però non vi è mai stato alcuno della GESEF.
Vincenzo Spavone, nonchè eventuali autori legati alla Gesef, dunque, non hanno mai partecipato alla introduzione del termine "mobbing genitoriale" in alcun scritto scientifico, nè lo hanno mai utilizzato prima di tale trasmissione, durante la quale, ci spiace dirlo, Vincenzo Spavone si è voluto prendere meriti che non ha (il che, a quanto ne sappiamo con dovizia di fonte, è proprio quell'atteggiamento che ha infastidito molti o quasi tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui e che ne ha fatto un isolato nel consesso delle associazioni di genitori separati).
All''articolo del luglio 2004, firmato dal sottoscritto, sono poi seguiti successivi ricerche e inquadramenti, che hanno dato luogo a nuove sviluppi, riversati su un articolo - ospitato sempre da Psychomedia, e sempre nella Sezione da me coordinata (Disagio Familiare, Separazioni, e Affido Minori) - comparso nel 2005 e intitolato " Verso uno studio delle "transazioni mobbizanti": il mobbing genitoriale e la sua classificazione"
Nel maggio 2006, invitato al prestigioso Convegno dell'Ailas a parlare dell'argomento, ho presentato “Il Mobbing Genitoriale dall'etologia all'etica”, recentemente pubblicato sempre su Psychomedia.
Psychomedia è una rivista specialistica in psichiatria, fra le prime dieci al mondo per numero di contatti: il fatto che una Rivista prestigiosa abbia ospitato per prima gli studi sul Mobbing Genitoriale, doveva indurre il Presidente della Gesef a spiegare agli ascoltatori conme il concetto di Mobbing Genitoriale è frutto delle accurate ricerche di specialisti, ben contenti che altri lo utilizzino correttamente.
Per guardare il video, questo il link http://www.video.mediaset.it
La storia che segue è emblematica.
La ragazzina era stata affidata ai Servizi Sociali perchè – disagiata psichica – viveva in una famiglia senza soldi: e così – come si legge – un solerte magistrato minorile l'ha tolta alla famiglia e l'ha data a un istituto.
Il motivo, sembra risiedesse (a quel che riferisce il giornale) nella povertà della famiglia.
“Ottima” idea, insomma: invece di dar assistenza e denaro ai genitori, questo Stato toglie la figlia ai genitori, la schiaffa in un istituto, e fa sì che l'istituto si becchi i soldi al posto loro.
Per quale motivo l'intervento non è diretto, ma viene privilegiato il vantaggio dell'Istituto, laddove si sa che l'intervento sul nucleo familiare è il più idoneo a aiutare la minore in difficoltà?
E, soprattutto, cosa è successo poi, dopo l'affido all'Istituto. dato che l'Istituto sembra esser stato peggio, molto peggio, della famiglia a cui l'hanno tolta?
TARANTO - Una ragazzina di 13 anni si è uccisa gettandosi dall'ottavo piano di una palazzina del quartiere Paolo VI di Taranto. Una tragedia dai contorni ancora oscuri. Secondo gli investigatori la ragazzina aveva gravi problemi psichici e in passato aveva denunciato abusi sessuali. Accuse che però non avevano trovato riscontri oggettivi. Ieri sera la ragazzina era con la mamma e col papà per la giornata festiva: con loro si è recata a far visita a parenti che vivono nel Paolo VI. A un certo punto è andata in bagno, un ambiente con una finestra in alto su una parete: vi si è arrampicata e si è gettata nel vuoto. Senza lasciare alcun messaggio.
A quanto si è saputo sinora, la ragazzina, sei mesi fa, era stata messa in istituto fuori Taranto per disposizione di un giudice minorile. Il suo stato psichico, infatti, non era compatibile con la vita in una situazione economica assai difficile quale quella della sua famiglia. Una permanenza che durò pochissimo perché l'istituto non fu in grado di gestire la situazione. Poi vennero le denunce di violenze sessuali. Due gli episodi riferiti dalla ragazza: una denuncia era stata archiviata, mentre sull'altra erano in corso ancora accertamenti ma gli inquirenti fanno presente che non era stato definito alcun riscontro sinora dal punto di vista giudiziario. Questa ricostruzione viene respinta dal patrigno della giovane: "Voglio che venga accertato chi le avrebbe usato violenza sessuale e poi non credo che sia stato corretto il comportamento del medico del primo istituto, a Lecce, in cui è stata ricoverata, che l'ha fatta imbottire di psicofarmaci aggravando la situazione". Il padre naturale della ragazzina morì 1994, il patrigno ha sposato la vedova quando la piccola aveva due anni. L'uomo è convinto che la ragazza abbia subito per due volte violenza sessuale, così come aveva denunciato alla polizia. E' certo che aveva detto la verità, nonostante la prima archiviazione da parte della magistratura. "Il primo episodio - hanno spiegato lui e l'avvocato Flaviano Boccassini - risaliva a circa due anni fa: l'indagato, che non era un vicino di casa, era un sottufficiale della Marina di Napoli in servizio a Taranto. La denuncia venne archiviata, ma da quel momento lei non è stata più la stessa. Non so se ieri sera si sia lanciata volutamente dalla finestra o abbia avuto, che ne so, un malore. Non riesco ancora a crederci". Neppure don Ferdinando di Noto, fondatore dell'associazione onlus "Meter", ha dubbi sulle cause del suicidio: "Il suicidio di questa bambina, innocente e pura, somiglia alla cronaca di una morte annunciata, una martire della pedofilia che piangiamo con grande dolore". E lancia un appello al mondo della politica e delle istituzioni. "Ci rivolgiamo agli uomini di buona volontà del governo e dell'opposizione - continua il religioso - a Rutelli, a Fini, ad Amato affinché si capisca che questa continua emergenza deve finire insieme ad un'indulgenza verso chi commette crimini cosi orrendi".
"Se ci fosse stata una rete sociale più attiva - conclude don Fortunato di Noto - forse questa bambina non si sarebbe uccisa e quello che chiediamo è che parta una campagna di prevenzione e di assistenza che sia efficace e che consenta di intervenire a sostegno di tutte quelle organizzazioni sociali capaci di garantire assistenza alle vittime".
(16 aprile 2007)
AGGIORNAMENTO SULLE ASSOCIAZIONI ITALIANE PARTECIPANTI:
ARMATA DEI PADRI
FIGLI NEGATI
PAPA’ SEPARATI LOMBARDIA
CARO PAPA’
PAPA’ SEPARATI TORINO
FIGLI LIBERI
COMITATO FIRENZE C’E’
FALSI ABUSI
PAPA’ SEPARATI NOVARA
PAPA’ SEPARATI VARESE
PAPA’ SEPARATI BRESCIA
GESE FOGGIA
INTERNATIONAL ORGANIZATIONS PARTICPATING:
SOSPAPAMADRID (la Asociación Pro-Derechos del Niño)de España
ACCIONES POR LA JUSTICIA (AXJ) de España
ACTION FOR JUSTICE (AFJ) USA
CUSTODIA COMPARTIDA YA de Valencia
SE SEI UN VERO PAPA’ NON PUOI MANCARE AL RADUNO MONDIALE DEI PAPA’ (SEPARATI E NON) CHE SI
TERRA’ IL PROSSIMO:
18 MARZO 2007 A ROMA
PER LA PRIMA VOLTA, I PAPA’ ORGANIZZANO UN EVENTO MONDIALE CHE SI RIPETERA’ OGNI ANNO.
L’ORGANIZZAZIONE E’ A CURA DEL MOVIMENTO PACIFISTA
ARMATA DEI PADRI / Dad’s Army
POSSONO ADERIRE ANCHE CON UNA SEMPLICE E-MAIL info@figlinegati.it; TUTTE LE ASSOCIAZIONI E LE PERSONE DI TUTTI I PAESI. OGNI GIORNO VERRA’ AGGIORNATA UNA LISTA CON TUTTI I NOMINATIVI. VI PREGHIAMO DI DIFFONDERE OVUNQUE QUESTO MESSAGGIO E DI METTERE SUI VOSTRI SITI, IN HOME PAGE, IL MARCHIO (PROVVISORIO) DEL RADUNO DI MARZO.
GRAZIE
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
MENSNEWSDAILY.COM
International Dads Conference This March In Rome
January 27, 2007
Vox Populi, Family, Child Support & Custody, Mating, Marriage & Divorce
By Teri Stoddard
Armata Dei Padri, Batalhao Dos Papàs,
Armada De Los Padres, Dad’s Army
- It All Spells Love -
The “Fathers Movement” or “Dad’s Army” is not comprised of dangerous, hateful men, as some organized feminist groups and female victims of abuse would like you to believe. They are men who love their children, want more time with them, in some cases any time with them, and/or who are concerned for their safety. When they fight for sole custody they truly believe, and usually have proof, their children are in danger. From my close association with members around the world for the last four years, I can tell you almost all of the fathers I’ve met just want equal time and responsibility for their children. These men are to be commended, not feared. T. Stoddard 1/07
If you are a dad, you cannot miss this international dad’s conference March 18, 2007 in Rome, and online.
The pacifist movement “Dad’s Army” is organizing this first-time annual event. Every person and association from everywhere in the world can join in this meeting by sending a simple email message.
Include a link to your website and send to: info@figlinegati.it
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Si tu es un vrai PAPA, tu ne peux pas manquer au rassemblement mondial des pères (séparés ou non) Si tu es un vrai PAPA, tu ne peux pas manquer au rassemblement mondial des pères (séparés ou non) qui aura lieu le prochain 18 mars 2007 à Rome. Si tu es un vrai PAPA, tu ne peux pas manquer au rassemblement mondial des pères (séparés ou non) qui aura lieu le prochain 18 mars 2007 à Rome.Pour la première fois les papas organisent un événement mondial qui ira se répéter chaque année.
L’organisation est gérée par le groupe pacifiste : Armata dei Padri / Dad’s Army.
Toutes les associations et les participants des différents pays peuvent adhérer en envoyant un mail à
l’adresse mailto:info@figlinegati.it.
Chaque jour nous mettrons au niveau la liste des noms des participants
Nous vous prions aussi de bien vouloir diffuser ce message aussi grâce à vos sites internet en mettant
dans l’home page le logo (provisoire) du rassemblement de mars
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“Si eres un verdadero papá no puedes faltar a la concentración mundial de los papás ( separados y no ) que tendrá lugar el próximo:
18 de marzo de 2007
Por primera vez, los papás organizan un evento mundial que se repetirá cada año.
El movimiento pacifista “Armada de los padres” / Dad’s Army.
Pueden participar con un simple e-mail mailto:info@figlinegati.it todas las asociaciones y las personas de todos los países.
Cada día se actualizará una lista con todos los nominativos.
Os rogamos que divulguéis por todas partes este mensaje y que metáis en vuestros sitios, en la home page, la marca ( provisional) de la concentración de marzo.
Gracias”
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ЕСЛИ ТЫ НАСТОЯЩИЙ ОТЕЦ НЕ ПРОПУСТИ МИРОВУЮ ВСТРЕЧУ ОТЦОВ (РАЗВЕДЕННЫХ И НЕТ) КОТОРАЯ БУДЕТ ПРОВЕДЕНА 18 МАРТА В РИМЕ, ИТАЛИЯ.
В ПЕРВЫЙ РАЗ ОТЦЫ ОРГАНИЗУЮТ МИРОВОЕ СОБЫТИЕ КОТОРОЕ БУДЕТ ЕЖЕГОДНЫМ.
ОРГАНИЗАЦИЯ СОБЫТИЯ ПОД РУКОВОДСТВОМ ПАЦИФИСТСКОГО ДВИЖЕНИЯ ARMATA DEI PADRI / АРМИЯ ОТЦОВ/ Dad’s Army
ВСЕ АССОЦИАЦИИ И ВСЕ ЛЮДИ ИЗ РАЗНЫХ СТРАН МОГУТ ПРИСОЕДИНИТЬСЯ К НАМ ПРОСТО ПОСЛАВ E-MAIL info@figlinegati.it .СПИСОК СО ВСЕМИ ИМЕНАМИ БУДЕТ ОБНОВЛЯТЬСЯ КАЖДЫЙ ДЕНЬ. ПРОСИМ ВАС РАСПРОСТРАНИТЬ ПОВСЮДУ ЭТО СООБЩЕНИЕ РАЗМЕСТИВ ЛОГО ЭТОЙ МАРТОВСКОЙ ВСТРЕЧИ НА ДОМАШНИХ СТРАНИЦАХ ВАШИХ САЙТОВ.
СПАСИБО
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Ελληνικά:
Αν είσαι πατέρας στ’ αλήθεια δεν πρέπει να χάσεις την Παγκόσμια Συνάντηση Πατεράδων (Διαζευγμένων
/Μη Διαζευγμένων) που θα λάβει χώρα στις 18 Μαρτίου 2007 στη Ρώμη για πρώτη φορά οι πατεράδες οργανώνουν μια παγκόσμια εκδήλωση που θα γίνεται κάθε χρόνο.
Η οργάνωση ανήκει στην Ειρηνευτική Κίνηση Πατεράδων.
Σύλλογοι, άνθρωποι απ’ όλον τον κόσμο μπορούν να ενωθούν με ένα email στο
mailto:info@figlinegati.it.
Τα ονόματα της λίστας θα ανανεώνονται καθημερινά Σας παρακαλούμε να διανέμετε παντού αυτό το μήνυμα, αναφέροντας την σελίδα, το email, και το όνομα (όχι αναγκαίο προς στιγμήν) της εκδήλωσης τον
Μάρτιο.
Σας περιμένουμε!
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Se ès um verdadeiro Papà nao deves faltar ao “Encontro Mundial dos Papàs” (divorciados ou nao) que acontecerà no pròximo dia 18 de Março em Roma.
Pela primeira vez os Papàs organizam um acontecimento Mundial que se repetirà todos os anos.
Esta iniciativa è organizada pelo movimento Pacifista: ARMATA DEI PADRI (Batalhao dos Papàs) -
Dad’s Army.
Podem aderir, enviando simplesmente um e-mail ao endereço mailto:info@figlinegati.it,
todas as associaçoes e individuos de todas as nacionalidades.
Diariamente serà actualizada uma lista com todos os participantes inscritos.
Pedimos para difunderem esta mensagem e de inserirem nos vossos sites na internet, nas vossas
HomePages, o logotipo (provisòrio) do encontro de Março.
Muito Obrigado
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Ако сте истински БАЩА, не може да пропуснете световната среща на бащите (разведени, разделени или не), която ще се състои на 18 март 2007 в Рим, Италия.
За първи път, бащите организират едно световно събитие, което ще се превърне в ежегодно.
Организацията на събитието се осъществява от движението за мир наречено Armata dei Padri /
Dad’s Army – Армията на Бащите.
Всяка асоциация или физческо лице от различни страни по света могат да се присъединят към нас,
като ни пишат на адрес: mailto:info@figlinegati.it
Всеки ден се осъществява подновяване на информацията с имената на участниците.
Бихме Ви помолили да разпространите това съобщение, като това може да става като използвате логото на срещата през март на началната страница на Вашия уеб сайт, в e-mail кореспонденцията си или по всеки друг начин.
Очакваме Ви!
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Ако сте истински ОТАЦ, онда никако не смете пропустити Светски сусрет Очева ( разведених, раздељених или не), који ће се одржати 18 Марта 2007 године у Риму у Италији.
По први пут Очеви организују један светски догађај, који ће се постати традиција.
Организацију овог догађаја је на себе преузео Покрет за Мир назван Armata dei Padri / Dad’s Army
–Армија Очева.
Свако удружење или физичко лице из било које земље света, нам се могу придружити, тако што ће нам писати на адресу mailto:info@figlinegati.it
Сваког дана ће се објављивати ажурирани списак са именима учесника.
Молимо вас да распространите ово саопопштење, користећи лого сусрета у току марта месеца на првој страници вашег Веб сајт-а, путем E-Mail а или на било који други начин.
Очекујемо вас.
RUBEN BIANCHI!
il tuo Papà ti cerca...http://www.rubenbianchi.com/sxr.html
Mio piccolo amore, spero che un giorno riuscirai a leggere queste parole da parte del tuo babbo.
Purtroppo non ho altri modi di farti sapere che ancora esisto e che vorrei tanto poter stare con te.
Non ci vediamo né sentiamo né sappiamo niente l’uno dell’altro da tanto tempo.
E’ stato alzato un muro tra di noi, con mattoni cementati dall’odio e dalla discriminazione.
Non sono state sufficienti le parole dei Giudici, che purtroppo devono qualche volta intervenire nella vita di due genitori e dei loro figli.
Questo muro ci impedisce ogni contatto, nonostante tutti i miei sforzi: sono stati davvero tanti, ti assicuro.
Io lascerò sempre dei segnali che potrai seguire per ritrovarmi e non ti metterò mai di fronte ad una scelta tra i tuoi due genitori, adesso e in futuro.
Sai, credo che ci potranno togliere il nostro tempo insieme ma non potranno mai togliere a me la dignità di padre ed a te il diritto di sapere, un giorno, se vorrai. Quando sarai grande e fuori da questa follia.
Con il cuore e con l’anima ti sono sempre vicino ed ogni giorno che trascorre non fa che accrescere il mio legame con te.
Stai crescendo, ti stai formando come persona, come ragazzo, come uomo.
Spero ti sia concessa una esistenza dignitosa. Impara a vivere senza odio nel cuore, ti prego.
Come ho sempre detto anche alla tua mami ed alle persone intorno a lei, in tutte le guerre ci sono sempre delle vittime. Tu ne sei la prova. Sii forte.
Non credere se ti viene detto che ti voglio portare via da lei.
Non si può portare via una madre o un padre ad un figlio, anche se con te questo sta fisicamente accadendo. Ama, Ruben, quanto più possibile. Solo con l’amore potremo abbattere il muro che ci divide.
Nella strada della vita fai rispettare i tuoi diritti ma sii il primo che rispetta i diritti degli altri e di chi la pensa in modo diverso da te. Non posso insegnarti molto, in queste condizioni: posso solo mostrarti con il mio comportamento che ci sono delle azioni giuste e delle azioni sbagliate.
Quelle giuste vanno seguite anche se ti fanno soffrire. Io non smetterò mai di amarti: il tempo che trascorre non scalfirà questo sentimento, anzi lo renderà ancora più nobile e indistruttibile. Non so quando ti rivedrò ma ho fiducia che un giorno questo accadrà. In qualunque momento vorrai, sappi che sarò pronto a riabbracciarti ed a concederti tutto me stesso: io sto continuando a vivere anche per questo attimo.
Il tuo babbo
VON STEFANO FÜR RUBEN – MARZ 2007
http://www.rubenbianchi.com/ger/sxr.html
Mein geliebter Kleiner,
Ich hoffe, dass es Dir eines Tages gelingt, diese Zeilen Deines Babbo zu lesen.
Leider habe ich keine anderen Mittel Dich wissen zu lassen, dass ich noch existiere und von ganzem Herzen wünsche, mit Dir zusammen sein zu können.
Seit langer Zeit sehen und hören wir uns nicht, und keiner weiß etwas vom anderen.
Zwischen uns wurde eine Mauer errichtet, deren Ziegel mit Hass und Diskriminierung befestigt sind. Vergebens waren die Worte der Richter, die manchmal in das Leben von Eltern und ihrer Kinder eingreifen müssen.
Diese Mauer untersagt uns jeglichen Kontakt, trotz all meiner Anstrengungen, und es waren viele, wahrhaftig sehr viele, das versichere ich Dir.
Ich werde immer Zeichen hinterlassen, denen Du folgen kannst, um mich zu finden, und ich werde Dich niemals vor eine Wahl zwischen Deinen beiden Eltern stellen, weder jetzt noch in Zukunft.
Weißt Du, ich glaube, man kann uns die Zeit des Zusammenlebens rauben, aber es wird niemandem gelingen, mir die Würde des Vaters und Dir das Rechts zu rauben, eines Tages, wenn Du willst, alles zu erfahren. Wenn Du groß bist und diesem Wahnsinn entronnen bist. Ich bin mit Herz und Seele immer bei Dir, und jeden Tag, den ich verbringe, wird meine Bindung an Dich nur noch größer.
Du wächst heran, formst Dich zu einer Person, zu einem Jungen, zu einem Mann.
Ich hoffe, Dir wird eine würdevolle Existenz zugestanden, und ich bitte Dich, lerne ohne Hass im Herzen zu leben. Wie ich auch Deiner Mammi und allen Personen um sie herum gesagt habe, in allen Kriegen gibt es immer Opfer, und Du bist der Beweis dafür. Sei stark!
Glaub es nicht, wenn man Dir sagt, dass ich Dich von Deiner Mammi wegbringen will.
Man kann kein Kind von seiner Mutter oder seinem Vater wirklich wegbringen, auch wenn es mit Dir physisch gerade passiert. Liebe, Ruben, so sehr Du kannst, nur durch Liebe können wir die Mauer, die uns trennt, abreißen. Mach auf Deinem Lebensweg Deine Recht geltend, aber sei auch der Erste, der die Rechte der Anderen und diejenigen respektiert, die andere Meinungen als Deine vertreten.
In meiner Situation kann ich Dich nicht viel lehren; ich kann Dir nur durch mein Verhalten zeigen, dass es richtige und falsche Handlugen gibt. Und man muss den richtigen Handlungen folgen, auch wenn sie einen leiden lassen.
Ich werde nie aufhören Dich zu lieben, und die Zeit, die verstreicht, wird dieses Gefühl niemals mindern können, im Gegenteil, es wird erhabener und unerschütterlich.
Ich weiß nicht, wann ich Dich wieder sehen kann, aber ich hoffe vertrauensvoll, dass dies eines Tages geschieht.
Wann immer Du willst, sei sicher, dass ich bereit bin, Dich zu umarmen und mich Dir ganz zu geben. Ich lebe auch weiterhin für diesen Augenblick.
Dein Babbo
Le vittime delle sue devianze sessuali se le portava in casa, gli dava anche dei soldi per farli essere piu' accondiscendenti, li minacciava che li avrebbe fatti tornare nell'inferno delle loro case se avessero parlato: uno scenario disgutoso e raccapricciante quello scoperto dalla squadra mobile di Isernia in un casa di accoglienza per minorenni disadattati, situata in un comune a pochi chilometri dal capoluogo molisano. Con le accuse di violenza sessuale su minori e istigamento alla prostituzione e' finito in carcere il responsabile del centro di recupero, un isernino di 43 anni. Nella sua abitazione e' stato sequestrato anche un computer contenente materiale pedopornografico, che potrebbe portare al coinvolgimento di altre persone. Vaghe notizie, voci di paese hanno messo in allerta gli investigatori, che per mesi hanno tenuto sotto controllo la struttura. Apparati tecnologici, ma anche medici, psicologici e assistenti sociali sono stati utilizzati per scoprire cosa nascondeva il centro di accoglienza, recupero, educazione e custodia gestito dall'"Orco". Violenze, ricatti, malversazioni ai danni di poco piu' che ragazzi, strappati a famiglie difficili, a storie di strada e di degrado, e poi soggiogati psicologicamente dall'uomo, che usava ogni mezzo pur di appagare i suoi desideri perversi. Nel corso delle indagini si e' scoperto che il 43enne era gia' stato condannato dal tribunale di Arezzo a due anni di reclusione per reati simili. Con un passato del genere e' ancora tutto da spiegare come avesse potuto occuparsi ancora di minori, soprattutto nella veste di educatore.
Riceviamo, e pubblichiamo, uno scritto molto grave.
I fatti narrati destano molta perplessità, e possono essere completamente inventati.
Potrebbero essere la prova che ci sono genitori che ingannano, inventano
false accuse, denunciano reati inesistenti.
Evidentemente per avere dei vantaggi personali... O no?
Oppure, al contrario, che c'è un sistema giudiziario che, spesso, o forse qualche volta (ma quante sono queste volte?) non crea nessuna giustizia per i genitori e, soprattutto, per i loro figli.
E crea, dunque (quanto spesso?) malagiustizia...
Leggete.
L'inchiesta, nel frattempo, è partita e conclusa.
Si sta aspettando il rinvio a giudizio del CTU, dei 2 ctp (favoreggiamento) e del Dir.Gen. della'asl provinciale (omissione di atti d'ufficio).Non è escluso che nel corso dell'inchiesta (durata 4 mesi) sia saltato fuori qualcos'altro....
Nel maggio 20**,nell’ambito di una delicata causa di separazione, un giudice di **** nominava, in via cautelare ed urgente, una consulenza tecnica di ufficio ad opera del suo consulente psicologo di fiducia XY di ***.
XY, come detto da anni eletto per la sua purezza MORALE dai magistrati a perito principe del foro varesino nell’ambito dei procedimenti di affidamento della prole, camuffava i reati omettendo sistematicamente luoghi (il palazzotto dell’ASL!) e date nella verbalizzazione per il giudice. Senza mai ricevere contestazione per la assenza di ogni cronologia e localizzazione.
Violando l’autocertificazione presentata tempo addietro alla Pubblica Amministrazione il pubblico ufficiale XY eseguiva le sedute peritali abusivamente nei locali dell’ASL e utilizzava regolarmente gli orari di pubblico servizio pure nelle visite domiciliari a distanza (anche 80 km!!) dal luogo dove avrebbe dovuto trovarsi a lavorare: l’ASL.
Evidentemente questo implica pure che nel riassuntino giornaliero per l’ASL egli dovesse … non dichiarare la verità poiché sarebbe impensabile che egli ammettesse per iscritto di… bigiare e recarsi fraudolentemente a decine di km di distanza per scopi personali.
I reati che si POTREBBERO EVENTUALMENTE configurare (ma una tal disamina spetta OVVIAMENTE alla Magistratura, qualora ipotizzasse un proprio intervento) sono peculato, falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato, interruzione di pubblico servizio, falso in atto pubblico ecc. ecc.
Ma nelle mani di chi erano i destini dei bambini di ***? Quanti affidamenti sono stati fatti e da quanti anni seguendo le indicazioni di un personaggio di tale cristallino nitore intellettuale?
Degno di nota rilevare che nessuno dei consulenti di parte (personaggi molto noti all’interno del Tribunale medesimo) che, molto in teoria, avrebbero dovuto combattere contro il CTU, si… accorgeva –diciamo così?- della illegalità della situazione (uno dei due era persino ex dipendente ASL!), nessuno convocava per iscritto le parti ma solo telefonicamente, nessuno riportava nella propria relazione il luogo (illegale) delle sedute. Clima omertoso e collusivo? Favoreggiamento?
Interessante pure notare che, alla fine di una perizia protrattasi 6 mesi , dopo la immancabile richiesta al giudice di fare un controllino della situazione (mica gratis!!) dopo 6 mesi, il CTU, in modo completamente estraneo alle semplici richieste del giudice (“Qual è il miglior assetto affidativo?”) inseriva la seguente formuletta che i soliti malpensanti hanno voluto interpretare come una ricompensa ai due consulenti di parte per il loro comportamento:
“Il padre e la madre, aiutati dai propri consulenti dovranno garantire la realizzazione di un progetto di 3 incontri a cadenza mensile di approfondimento su determinati aspetti della vita genitoriale, ciascuno della durata di un'ora circa. Gli approfondimenti in questione saranno all'incirca: 1) come è nata la crisi della coppia: confronto; 2) la famiglia estesa di entrambi i partner; 3) chi è e cosa pensiamo che voglia nostro figlio; 4) come possiamo coordinarci per dare qualcosa di più a nostro figlio”.
D’altro canto è chiaro che in un Tribunale, come è quello di ***, molto ideologizzato sul tema dell’affidamento dei minori (basta vedere le percentuali di affido al padre per i minori fino a 10 anni, più basse della già desolante media nazionale) il rischio che i pochi periti svolgano il loro lavoro poco seriamente esiste: in un clima così ristretto, spesso molto amicale, rassegnato (perché tanto il giudice-committente ha un orientamento pre-concetto, ben chiarito dai dati ISTAT, contro il quale non vale la pena di andare a infrangersi) e del tutto disgiunto da quel sano antagonismo tra professionisti che dovrebbe contraddistinguere le operazioni peritali, si capisce bene che l’unico interesse può divenire il lucrare sulla disperazione dei genitori ma certo non occuparsi seriamente dell’esclusivo interesse dei bambini.
Non a caso il CTU in questione è accusato anche da due persone terze di aver sostanzialmente snaturato le loro deposizioni a sfavore di uno dei genitori (quello che si intuiva dovesse perdere)
Comunque: scoperta la tresca del CTU, verificato che si concretizzavano gravi reati, si segnalava ripetutamente, anche per iscritto, la slealtà del dipendente ASL alla dirigenza, ricavandone solo un invito a non impicciarsi e il rifiuto ostinato a fornire, ai sensi della legge sulla trasparenza amministrativa, la pratica. Il procedimento disciplinare si chiudeva solo con una censura, nessuna sanzione e…la omissione della dovuta segnalazione alla Procura e alla Corte dei Conti..le solite malelingue ipotizzano una omissione di atti d’ufficio della dirigenza ASL.
Ma non è finita: Sarebbe infatti degno di interesse chiarire bene le circostanze per cui questo signore, non residente nella provincia di ***, riusciva ad avere perizie in quel di *** (le norme attuative del cpc prevedono il requisito della residenza nel territorio del Tribunale al momento della iscrizione nell’albo dei periti). Parimenti utile sarebbe chiarire se il criterio della regolare rotazione dei periti (dell’albo del Tribunale , previsto dalle sopraccitate norme, valesse anche per il suddetto perito perché la percezione di molti è che egli riuscisse ad ottenere molti più incarichi del previsto.