Ci scrive un signore che, dice, è stato bannato dal blog "Il ricciocorno schiattoso" di cui ci siamo occupati qua sotto.
E
perché sarebbe stato "bannato" dall'autrice del blog, peraltro sempre rigorosamente anonima?
Lui
sostiene che il perché non è nell'aver detto cattiverie, assurdità,
volgarità, minacce, ecc. ecc. ecc., ma perché avrebbe cercato di
svelare ai lettori del blog cosa il
ricciocorno scrive, come incarico professionale vero e proprio,
riportato nel curriculum, su Internet.
Siccome
si tratterebbe di scritti a carattere e colore molto, ma molto...,
locale -la saga dei funghi, il campionato dei baristi, i tagliolini
di un paesino di meno di duemila anime, i problemi dei contadini con
i cinghiali...- che evidentemente poco hanno a che spartire con le
pretese culturali del blog del ricciocorno, l'autrice ha bannato
"Necessario",
anche per impedire, si può ipotizzare, che gli altri suoi lettori
vedano la levatura di questi articoli.
Non a caso, maligna
dunque il nostro "Necessario",
l'autrice continua imperterrita a restare anonima.
Anche perché,
aggiunge, tra tutti quegli articoli non ce n'è nemmeno uno dedicato
alla violenza di genere (se non l'annuncio di uno spettacolo teatrale
sull'argomento).
Il Ricciocorno ci resoconta su saghe, formaggi, tagliolini, baristi, persino venditori abusivi di Viagra, ma non fa nemmeno una parola sui problemi della condizione femminile, oppresso dal patriarcato maschile.
L'unico
pezzetto in cui si racconta di un marito violento, è quello relativo
ad un signore che avrebbe incatenato il frigorifero per impedire alla
moglie di mangiare, e costringerla così al divorzio.
Ma
in questo pezzo non c'è nulla, ma proprio nulla, che rimandi a una
discussione sul fenomeno della violenza di genere: vi è la sola
resocontazione cronachistica del fatto, come se l'autrice nulla
sapesse di violenza femminile e nulla gliene interessasse.
Chi
cercasse nelle parole dell'autrice il fiero e altero -continuo e
indefesso- pensiero del Ricciocorno sulla drammaticità e ubiquità
della violenza maschile- sarebbe tragicamente deluso e penserebbe che
all'autrice di quei post nulla interessa della violenza maschile e
della sofferenza delle donne.
E
non è che la dr.ssa Lo Scalzo non si occupa, su quelle pagine, di
altri temi sociali: ci sono "pezzi" sull'ecologia, altri
sul bullismo, altri ancora sui problemi della disoccupazione
giovanile o sui costi dei nidi: ma nulla di nulla -se non nei modi
ora citati- dei temi che sono onnipresenti nel blog del Ricciocorno e
ci fanno sembrare la sua autrice indissolubilmente legata allo
scottante tema della violenza femminile.
In
sostanza, è proprio la violenza di genere che in quelle pagine la
dottoressa dimentica ed elude in pieno e -in qualità di "content manager" come si definisce- si trasforma completamente da quella che conosciamo sul suo blog, piena di impegno contro il patriarcato, la violenza contro le donne, l'oppressione maschile, il condizionamento delle bambine mediante giocattoli e insegnamenti, a una articolista che rinuncia del tutto (non vuole? sceglie di? non può?) ad affrontare i problemi che costantemente e univocamente tratta sul suo blog.
Proprio come se non esistessero e non li avesse mai visti...
Tornando al bannamento del nostro "Necessario", questi comunque, la racconta così.
Primo step:
la dottoressa Lo Scalzo, colei che gestisce il blog in questione, scrive un articolo. "Necessario" posta un commento, firmandolo appunto col nickname di "Necessario”.
La
risposta della dottoressa Lo Scalzo non si fa attendere, ed è
sarcastica: "Mio cuggino invece
una volta è morto"
Secondo step:
come
risposta al sarcasmo della dr.ssa Lo Scalzo, che "Necessario"
ritiene una grande esperta di sagre paesane, matrimoni tra formaggio
di fossa e maccheroncini di paese, campionati di baristi e di
giocatori di biliardo, lui risponde
con due post provocatori, nei quali
-oltre a pochissime parole ironiche, sintetiche, sarcastiche ma prive
di qualunque contenuto offensivo, minaccioso, violento- avrebbe
linkato alcuni articoli firmati per una testata locale dalla dr.ssa
Chiara Lo Scalzo.
Terzo
step:
L’autrice del blog a questo punto, e solo a questo punto
-e molto probabilmente irritata dai toni ironici e secchi e dai link
verso i suoi articoletti- l'avrebbe bannato, con commenti
svalutativi.
In sintesi, "Necessario" sarebbe stato "bannato" dal ricciocorno non per aver offeso o minacciato nessuno, non per aver sostenuto tesi violente, razziste, sessiste, ma solo quando -e solo perché- avrebbe apposto, come commento ad alcuni post del Ricciocorno, i link degli articoli comparsi, su un giornale locale, a firma di Chiara Lo Scalzo, che è appunto l’autrice del blog “Il ricciocorno schiattoso”.
Dimostrando
come la levatura molto locale e cronachistica (saghe di paese,
campionati di baristi o di biliardo, problemi dei contadini con i
cinghiali, una simpatica saga del Pepperepè, le lezioni di zumba)
sia l'unica traccia che si ha sul web circa il citato (sul
curriculum) impegno professionale del ricciocorno come "content
manager".
Della
cosa si sarebbe accorto, almeno in parte, uno dei commentatori del
blog, un/a certo/a “Antome”,
che le ha chiesto se davvero avesse “bannato” Necessario
per quello che aveva detto, facendole notare come un altro dei suoi
critici molto maschilisti e antitetici alle tesi del blog -tal
"Zorin"-
sarebbe stato invece lasciato a criticarla aspramente, pur riempiendo
il blog -a quanto è dato da capire- da idee inaccettabili per il
ricciocorno.
In
realtà anche questo/a "Antome"
non si accorge dell'esplosivo paradosso che le loro ideologie (e
metaideologie, se ci è permesso) generano, dal momento che se ne
esce con l'assurdità espressa dopo il punto interrogativo (vedi
parte sottolineata):
"Una
curiosità, l’hai bannato per quello che ha detto? E’
vero" dice "Antome"
-riferendosi al commento di "Necessario"-
"sa di “razzismo
all’incontrario” e di “sei intollerante verso gli intolleranti"
come se bannare uno per quello che ha detto fosse -invece- un segnale di ...tolleranza!
Insomma:
abbiamo a che fare con individui che dimostrano ampiamente di non
saper accettare nessun confronto, e questo proprio perché parlano in
nome di una parità che però detestano quando non è solo il suo
contrario, e cioè omologazione.
Peggio ancora, il Ricciocorno si nasconde dietro un anonimato continuo (salvo -come accade nel video pubblicato nel post precedente- i rarissimi momenti in cui non svela il proprio nome e cognome: dr.ssa Chiara Lo Scalzo).
Da anonima, quindi senza mai esporsi pubblicamente e senza mai definire chi è, con quali premesse parla, quali sono le sue reali competenze, si permette di rampognare tutto e tutti coloro che non la pensano come lei, ma sempre nascondendosi dietro l'assenza di una firma che riporti nome e cognome.
Ecco lo screenshot della discussione, che si trova a questo link (i commenti sono quelli dal 23 dicembre in poi):
In sostanza, “Necessario” avrebbe terribilmente irritato, e forse ferito nell'amor proprio, per aver dimostrato, con una certa irriverenza, che il famoso Ricciocorno nella vita di tutti i giorni scrive -molto modestamente- non trattati di sociologia, non saggi o volumi di statistica, non ponderati tomi di psicologia di genere o sociale, ma articoletti che, su una testata locale, ci raccontano di fiere paesane, di saghe di funghi e tagliatelle, di tornei locali di tango, di scuola di zumba, e via dicendo.
Devo ammettere che questa autrice del Ricciocorno ha suscitato a volte la mia curiosità. Anche perché ha parlato più volte di me, ovviamente sempre denigrando i miei scritti e le mie idee (clicca qui per constatare le attenzioni della dottoressa per i miei scritti!).
E, addirittura, una volta, spingendosi a dire che io sarei convinto che lei si è innamorata di me… (clicca qui per leggere questa amenità!)
Cosa può pensare un maturo psicoterapeuta come me di una simile affermazione, è intuibile, e dunque passo oltre.
Non se ne vorrà, però, la dr.ssa Lo Scalzo se adesso, e una volta tanto, parlo io di lei.
Tutte notizie recuperate su Internet, e accessibili a tutti, e in grado di fare una obiettiva taratura delle sue competenze circa i campi (psichiatria, giustizia, sociologia e sociologia della giustizia, statistica, studio dei movimenti maschili), nei quali si avventura.
Bacchettando con fare arcigno e sicuro gente che ha lauree e specializzazioni specifiche.
Certo, a leggere i curricula (fino a qualche tempo fa ne erano presenti due, su Internet) della dr.ssa Lo Scalzo, e sbirciando poi i suoi articoli, non è che la si trovi in possesso di chissà quale preparazione specifica.
Se andiamo infatti ad esaminare esperienze e competenze, dapprincipio ecco cosa troviamo:
- una laurea in Lingue e Letterature Straniere ai primi anni del Duemila, poi, nel 1996 si ritrova finalista al concorso Gabriele D’Annunzio di Pescara nella sezione “Poeti Inediti” e nel 1998 sempre finalista al concorso Tangram Teatro di Torino per giovani attori.
Non
ci sembra però che la dottoressa Lo Scalzo sia mai diventata attrice
di grido o poetessa con qualche pubblicazione.
Successivamente ai due eventi sopra citati, la dottoressa ha trovato impiego:
- come Consulente Assicurativo (Vendita RC Auto – Moto – altri veicoli, Assicurazione casa - viaggi)
- come operatrice di Call Center (vendita di servizi e prodotti e assistenza clienti)
- come Docente di inglese e tedesco, presso un centro studi privato sconosciuto;
- come impiegata amministrativa presso un’Università (Gestione dei pagamenti del personale dell’università nonché dei fornitori di servizi e prodotti. Rendicontazione e controllo dei flussi monetari in entrata ed in uscita, e altro);
- come assistente all’infanzia;
- come formatore presso un Centro Studi privato di una piccola città di provincia
- come “content manager” di una casa editrice di una piccola città di provincia, occupandosi “della selezione e all’adattamento degli articoli attraverso l'integrazione del testo con link, immagini, audio e video, con in più la responsabilità di gestire la comunicazione con i lettori attraverso il blog del portale e i social network.”.
Un dato molto simpatico è che, nonostante le sue prospettive molto femministe, il ricciocorno ha “anche collaborato alla redazione della pubblicazione cartacea annuale "Sposami" producendo contenuti.”
In compenso, si definisce “creative thinker” e “Professional Training & Coaching”, definizioni all’apparenza dense di contenuti ma invero... almeno ci sembra, poverissime di veri riferimenti culturali e professionali.
Infatti, alla voce “Educational” risultano, oltre alla Laurea, solo questi percorsi, che nulla hanno a che fare non solo con psichiatria, giustizia, sociologia, ecc., ma anche con il “creative thinker” e il “Professional coaching”:
1) saper utilizzare i social media per attività di comunicazione, marketing e social-PR in tutti gli ambienti del Web 2.0. (Master in Non Conventional - Social Media Marketing, presso un centro privato);
2) Saper sviluppare, adattare programmi formativi da implementare usando le nuove tecnologie della rete; gestire i processi di formazione a distanza; supportare individualmente gli studenti durante il loro percorso formativo e gestire le interazioni di gruppo in rete (l’unico presso una Università)
3) “Esperta” di mediazione culturale (definizione in realtà ...errata. In questi casi la mediazione -essendo fra due culture- deve esser chiamata: "interculturale"): le tecniche della mediazione (sviluppo della capacità di ascolto, sviluppo della capacità di comunicazione tra utente, operatore e servizi); lo sviluppo della capacità di attivare risorse individuali e di gruppo per l’integrazione formativa e socio-lavorativa dell’immigrato;
4) seminari estivi presso l’Horizonte Institut, Rote-Hahnengasse 12, D-93047 Regensburg Germania, negli anni 1996, 1998, 1999);
1997 – English Fluency Development Course presso la Dublin City University, Dublino, Irlanda;
5)
1997 – Diploma di attrice, Scuola di Teatro Colli, Bologna;
1998 – Anno di specializzazione presso Accademia ’96, Teatro dei
Dispersi, Bologna.
Niente dunque che abbia a che fare con
la psichiatria, la sociologia, la statistica, e i temi cari al blog
del ricciocorno.
E
niente dunque che la renda credibile quando dice che il parere del
povero "Necessario"
non aveva niente per cui esser preso sul serio.
Semmai, è
quel che scrive una persona con questa preparazione, a non poter
esser presa sul serio, quando parla di psichiatria, sociologia,
psicologia, giustizia, eccetera.
Per quanto riguarda poi altra attività professionale, di scrittura..., infatti, emblematico è -a mio avviso- che le uniche tracce trovate in rete siano alcuni articoletti pubblicati su una testata locale, e legati in modo molto concreto (anche se a mio avviso veramente banale) a realtà locali.
Abbiamo
allora tutto un fiorire di titoli come questi:
- FINALI DEL CAMPIONATO ITALIANO DI BILIARDO A MONT*****
- LEZIONE GRATUITA DI ZUMBA PRESSO IL KING SPORT DI COR****
- A T*** IL FORMAGGIO DI FOSSA SI GEMELLA CON I MACCHERONICINI DI CAM******
- APPUNTAMENTO CON IL TANGO A M****
- ALLA CANTINA Gxxx DI CA**** I MIGLIORI RICONOSCIMENTI
- EMERGENZA CINGHIALI: AUMENTANO I DANNI E SI DIMEZZANO I RIMBORSI
- LA FIERA DEL TARTUFO DI P***
- LA NUOVA Sxxx SPONSOR DEL CAMPIONATO ITALIANO BARISTI
- S*** IN ROSA PRESENTA IL GELATO ALLA MELA MARCHIGIANA
- DOMENICA A F** SI CANTA IN CORO
- A P*** IL PROGETTO PEREPEPE'
- MAESTRI PANIFICATORI A S***
- P***: FERMATO VENDITORE ABUSIVO DI VIAGRA
- CASTAGNATA E CANTINE APERTE A P***
- DIVORZIO ALL'ITALIANA: INCATENA IL FRIGORIFERO PER IMPEDIRE ALLA MOGLIE DI MANGIARE
ecc. ecc. ecc.
Come detto prima, in questi post manca ogni riferimento, ogni commento, ogni riflessione sulla violenza di genere: anche in quest'ultimo pezzo, che vede la moglie vittima di un marito che per divorziare la affama.
La dr.ssa Lo Scalzo evita accuratamente ogni sdegno (come lo stesso riferimento ad un film ironico e comunque non drammatico dimostra...), e stila il testo con dati e commenti assolutamente lontani da ciò che esecra tutti i giorni nel suo "Ricciocorno":
La dr.ssa Lo Scalzo evita accuratamente ogni sdegno (come lo stesso riferimento ad un film ironico e comunque non drammatico dimostra...), e stila il testo con dati e commenti assolutamente lontani da ciò che esecra tutti i giorni nel suo "Ricciocorno":
Sono dovuti intervenire i Carabinieri della Compagnia di F*: un uomo di 61 anni, residente a S********, aveva chiso a chiave il frigorifero per impedere alla moglie di accedere al cibo se non sotto la sua supervisione, e anche di fronte alle forze dell'ordine sosteneva che la donna non potesse vantare diritti sul "suo" cibo.
L'uomo è stato denunciato per stalking, visto che sembra che questo atteggiamento fosse un paradossale escamotage per costringere la donna ad abbandonare il tetto coniugale ed ottenere il divorzio. Il nuovo reato di stalking, infatti, definito nel nostro ordinamento con la locuzione "atti persecutori", si identifica con quei comportamenti, reiterati nel tempo, volti a procurare alla vittima stati di ansia o paura, fino a costringerla a mutare le proprie abitudini di vita.
La donna, impossibilitata a raggiungere autonomamente il cibo, sottoposta al controllo continuo e pressante del marito, invitata continuamente ad abbandonare la propria abitazione, versava da tempo in uno stato di profonda depressione.
Chiara Lo Scalzo
Come si nota, manca qualsiasi sdegno verso il trattamento subito dalla donna.
Per di più, ogni riferimento alla violenza di genere come problema sociale grave è escluso.
La dottoressa riporta un fatto in cui la violenza è aberrante quanto sadica, e non fa nessun commento sul comportamento dell'uomo.
Violenza domestica, corpo delle donne, discriminazione di genere, divorzio, diritto all'autodeterminazione, femminismo, il corpo delle donne, maschilismo, ecc., in queste righe proprio non esistono.
Perché?
E perché nel suo blog, in cui rimane anonima, si scaglia invece generosamente contro tutti?
Tornando al curriculum, personalmente lo considero definitivamente la prova che la competenza culturale e professionale della dr.ssa Lo Scalzo sia adeguatissima allorché ci resoconta su campionati di biliardo, campionati di baristi, lezioni gratuite di zumba e tango, emergenza cinghiali, formaggio di fossa, maccheroncini, castagnate, maestri panificatori, ecc.
O quando cerca di vendere qualcosa da un call center.
Ma è totalmente assente, o quanto meno tutta da dimostrare, allorché tratta problematiche psichiatriche, giudiziarie, sociologiche, statistiche.
Circa
le quali la dottoressa sembra invece voler far mostra di eruditissime
conoscenze, al punto da poter bacchettare coorti di specialisti del
settore (come avviene regolarmente quando si parla di PAS o di
violenza maschile e femminile), o dichiarare che “non c’è
nulla da prendere sul serio” nelle affermazioni di “Necessario”
(che comunque avevano un loro intrinseco interesse, a parere di chi
scrive).
Certo, come opinioni quelle della dr.ssa Lo Scalzo sono tutte da rispettare, ma non hanno alcun fondamento formativo e professionale degno di considerazione,
Alla
assenza di competenza e preparazione -dimostrata da un siffatto
curriculum- si aggiunge quella dell’educazione, allorché censura
un commento, offendendo, perché non rientra nella sua visione delle
cose.
A tutto questo si aggiunge una vera e propria attitudine censoria allorché il ricciocorno “banna” i suoi commentatori non perché -come vorrebbe far credere- hanno postato contenuti sgradevoli (fatto già deprecabile di suo), ma perché hanno inserito nelle successive risposte i link verso i suoi articoli sulle castagnate, la zumba, i campionati di baristi e via dicendo.
Rischiando cioè di far notare a tutti i suoi aficionados il vero (scadente, per quanto riguarda i temi affrontati nel suo blog) spessore culturale del suo curriculum e delle sue esperienze lavorative e di giornalista, che negano ogni competenza culturale a parlare di tutti gli argomenti di cui si occupa con il suo blog.
E, soprattutto, di come si dimentica di tutti i suoi proclami sul "Ricciocorno" quando opera come "content manager" in cronaca locale. Dove, cioè, è conosciuta.
Sarà per questo che il blog rimane assolutamente anonimo?
Perché firma articoli solo quando ignorano la questione femminile e può parlare di zumba, tango, formaggi e castagnate?
p.s.
andate
a leggere le cronache locali (non voglio dire: paesane), della dr.ssa
Lo Scalzo.
Troverete
un mondo che forse per molti di noi non c’è più.
Un
mondo di cose buone e semplici, sincere e senza intellettualismi
feroci.
Un
mondo di pane, funghi, biliardi, contadini: quasi alla Don Camillo.
Un mondo in cui non c’è nessuna la violenza di genere, da come lo descrive lei.
Nel frattempo, lo screenshot dei commenti di "Necessario" che non ha mai pubblicato:
P.S.:
Per una disamina delle reali competenze e adeguatezze del ricciocorno a discettare di problematiche di genere, e per valutare quanto di non veritiero afferma nei suoi post, leggasi gli ottimi articoli di Fabio Nestola, pubblicati sul sito di Adiantum:
PRIMA PARTE:
http://www.adiantum.it/public/3771-schiattare-dal-ridere-(con-il-corno-o-senza--)---di-fabio-nestola.asp
SECONDA PARTE:
http://www.adiantum.it/public/3772-schiattare-dal-ridere-(con-il-corno-o-senza)-seconda-parte.asp
p.s.
andate a leggere le cronache locali (non voglio dire: paesane), della dr.ssa Lo Scalzo.
andate a leggere le cronache locali (non voglio dire: paesane), della dr.ssa Lo Scalzo.
Troverete
un mondo che forse per molti di noi non c’è più.
Un
mondo di cose buone e semplici, sincere e senza intellettualismi
feroci.
Un
mondo di pane, funghi, biliardi, contadini: quasi alla Don Camillo.
Un mondo in cui non c’è nessuna la violenza di genere, da come lo descrive lei.
Nel frattempo, lo screenshot dei commenti di "Necessario" che non ha mai pubblicato:
Un mondo in cui non c’è nessuna la violenza di genere, da come lo descrive lei.
Nel frattempo, lo screenshot dei commenti di "Necessario" che non ha mai pubblicato:
P.S.:
Per una disamina delle reali competenze e adeguatezze del ricciocorno a discettare di problematiche di genere, e per valutare quanto di non veritiero afferma nei suoi post, leggasi gli ottimi articoli di Fabio Nestola, pubblicati sul sito di Adiantum:
PRIMA PARTE:
http://www.adiantum.it/public/3771-schiattare-dal-ridere-(con-il-corno-o-senza--)---di-fabio-nestola.asp
SECONDA PARTE:
http://www.adiantum.it/public/3772-schiattare-dal-ridere-(con-il-corno-o-senza)-seconda-parte.asp