dal Corriere.it |
Basta
considerare l'ennesima considerazione totalmente avulsa dalla realtà,
comparsa oggi sotto forma di disperato e lagnoso intervento firmato
Marta Serafini. Intitolato (l'americanismo dà sempre sostanza a ciò che sostanza forse non ha proprio): "Videogame e sexual harassment. Perché le giocatrici non si ribellano?"
Nel quale la Marta piange sul fatto
che le videogiocatrici online, quelle che alla Playstetion giocano giochi anche violentissimi e pieni di morti, sangue, omicidi, stragi, eccetera, vengono insultate dai maschi e non si
ribellano.
Dice lei...
Ma basta
leggere, per piangere davvero: il post è quello fotografato qui
sopra. Cliccare su qui e prepararsi a ridere.
Scoprirete
come la Marta Serafini non sappia ricordare -né tanto meno
ricordarsi- che il bullismo è sì in aumento.
Ma quello
rosa.
Perché sono le
adolescenti violente ad esser sempre più numerose.
Altro che giochi online. Quelle menano davvero. Aggrediscono, fanno male.
Ma Marta se ne dimentica e fa la lagna su come le ragazzine verrebbero insultate quando giocano alla Playstation.
Come se anche loro (leggete i commenti degli intervenuti) non insultassero.
E così, nel suo
razzismo di genere,
la Marta si dimentica che se c'è un comportamento criminale in ascesa è proprio quello delle ragazze adolescenti e bulle.
Ecco, qua sotto, il link verso un articolo che ne parla. La dr.ssa Serafini può leggerlo e prenderne appunti.
E nel caso citarlo
nel prossimo articolo. Onestà intellettuale permettendo.
Il finale di questo sul preteso harassment da Playstation è infatti uno stupendo esempio di mistificazione.
Perché le giocatrici non si arrabbiano e non fanno fronte comune per mettere fine a questa abitudine terribile? Gli insulti online sono davvero “normali”?
Il finale di questo sul preteso harassment da Playstation è infatti uno stupendo esempio di mistificazione.
Perché le giocatrici non si arrabbiano e non fanno fronte comune per mettere fine a questa abitudine terribile? Gli insulti online sono davvero “normali”?
Si
chiede infatti la Marta Serafini.
Creando
quella che è una classica "illusione di alternative": il
problema non è infatti se questi insulti siano o no normali. Perché molto
probabilmente esprimono sicuramente un disagio.
Ma
quello che non è normale, dottoressa Serafini -meglio: che non è
affatto giusto e nemmeno sano- è attribuire, con violenza e
razzismo, questo comportamento ad un genere solo, quello maschile.
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Ora?
E'
ora di andare a dormire, dottoressa!