La dr.ssa Monteleone è il PM che ha richiesto il rinvio a giudizio.
Dirige il pool antiviolenze della Procura di Roma, ed è in prima linea per la difesa dei soggetti deboli.
Ed è evidente che questa richiesta di rinvio a giudizio ha un significato ben preciso: la mamma non è sempre una mamma.
Dal Corriere.it
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_febbraio_17/bimbo-celiaco-perizia-smentisce-mamma-processo-5a36860e-3222-11e9-852c-5b9cfb7b87c6.shtml
IL CASO
«Il bimbo è celiaco», perizia la smentisce. Mamma a processo
Per anni la donna, 46 anni, ha imposto al figlio una dieta tarata sulla presunta intolleranza alimentare. Ora è accusata di maltrattamenti e il ragazzino, oggi 11enne e che la madre non aveva neanche voluto vaccinare, è stato affidato ai nonni materni
di Giulio De Santis
«Il bimbo è celiaco», perizia la smentisce. Mamma a processo shadow
Mai una fetta di torta. Pizza e piadine eliminate. Via anche gli spaghetti. È la dieta imposta per anni da una mamma al figlio nella convinzione che il piccolo fosse celiaco. Certezza granitica smentita da una perizia del Tribunale, che ha comportato il rinvio a giudizio dell’imputata 46enne con l’accusa di maltrattamenti. Stesso provvedimento nei confronti del suo compagno, un avvocato di 80 anni.
La decisione è successiva al provvedimento con cui il Tribunale per i minori ha dichiarato la decadenza della potestà genitoriale per la signora, stabilendo allo stesso tempo di revocare la sospensione della potestà al papà, assistito dagli avvocati Giuseppe Falvo e Federica Mondani.
All’interno della coppia, separata, i conflitti sono esplosi nel 2012, anno in cui la donna ha cominciato a sollevare dubbi intorno alla presunta celiachia del figlio. Peraltro la signora, convinta no vax, non lo ha fatto vaccinare fino all’anno scorso, quando aveva 11 anni. Ora il ragazzino, dopo essere stato vaccinato, va a scuola in una località della Toscana ed è affidato alle cure dei nonni materni. Che sono costretti, ancora adesso, a barcamenarsi tra trucchi e fandonie con il nipote, pure lui certo di essere celiaco.
La nonna materna ha raccontato ai pm Gabriella Neri ed Elena Fazi: «Mio nipote ormai è convinto di essere celiaco e lo imbroglio dicendogli che fa la dieta voluta dalla mamma». Bugie che l’anziana signora – lodata dalla Corte d’appello per come educa il piccolo - è costretta a dire pure a sua figlia perché «se venisse a saperlo (che il nipote mangia il glutine, ndr), si arrabbierebbe molto».
17 febbraio 2019 | 09:17
da Il Gazzettino
https://www.ilgazzettino.it/italia/cronaca_bianca/roma_alimenti_celiaci_roma-4306002.html
di Adelaide Pierucci
Ha perso la patria potestà del figlio per la fissazione del gluten free. E dopo aver allontanato il padre del piccolo con false accuse, sostenendo che fosse un violento e avvelenasse il figlio col glutine, è finita pure a giudizio con l’accusa di maltrattamenti. Dietro all’ossessione che il bambino, ora dodicenne, fosse celiaco (pur non essendolo) si celava, secondo la procura, la volontà di imporgli un rapporto esclusivo, fusionale, coltivato in maniera alienante, che ha comportato la «negazione della bigenitorialità». L’apertura del processo a carico della donna, una professionista romana di 40 anni, è stato disposta, ieri, su sollecito del procuratore aggiunto Maria Monteleone e i pm Maria Gabriella Fazzi e Elena Neri. La mamma a giudizio per maltrattamenti, per lo più psicologici, nei confronti del figlio, - un caso raro in ambito giudiziario - non sarà sola sul banco degli imputati. Il gip Francesco Patrone ha disposto il giudizio anche per l’ex difensore, l’avvocato Carlo P., a cui è contestata pure la diffamazione: avrebbe perseguitato con raffiche di denunce e offese anche sul web i magistrati, gli specialisti e gli operatori della casa famiglia che si sono occupati del caso o del piccolo. «Un bimbo messo al carcere duro». «È impressionante che, come la madre, il bambino si consideri celiaco pur non essendolo», aveva scritto il tribunale per i minori nel decreto che aveva disposto l’inserimento a Villa Betania. I dieci a scuola, la frequentazione di un circolo sportivo esclusivo, le lezioni private di inglese e di tennis (il piccolo ha giocato anche con Fiorello), la casa in un complesso con piscina, non bastavano, secondo i giudici, ad assicurargli serenità. Il bambino parlava del padre indicandolo come «quello» o lo «stupido», ritenedolo pericoloso in quanto colpevole di proporgli panini e pasta. L’uomo, bersagliato da decine di denunce risultate infondate, assistito dagli avvocati Giuseppe Falvo e Federica Mondani, ora sta seguendo un percorso di riavvicinamento al figlio.