Riceviamo, e pubblichiamo, uno scritto molto grave.
I fatti narrati destano molta perplessità, e possono essere completamente inventati.
Potrebbero essere la prova che ci sono genitori che ingannano, inventano
false accuse, denunciano reati inesistenti.
Evidentemente per avere dei vantaggi personali... O no?
Oppure, al contrario, che c'è un sistema giudiziario che, spesso, o forse qualche volta (ma quante sono queste volte?) non crea nessuna giustizia per i genitori e, soprattutto, per i loro figli.
E crea, dunque (quanto spesso?) malagiustizia...
Leggete.
L'inchiesta, nel frattempo, è partita e conclusa.
Si sta aspettando il rinvio a giudizio del CTU, dei 2 ctp (favoreggiamento) e del Dir.Gen. della'asl provinciale (omissione di atti d'ufficio).Non è escluso che nel corso dell'inchiesta (durata 4 mesi) sia saltato fuori qualcos'altro....
Nel maggio 20**,nell’ambito di una delicata causa di separazione, un giudice di **** nominava, in via cautelare ed urgente, una consulenza tecnica di ufficio ad opera del suo consulente psicologo di fiducia XY di ***.
XY, come detto da anni eletto per la sua purezza MORALE dai magistrati a perito principe del foro varesino nell’ambito dei procedimenti di affidamento della prole, camuffava i reati omettendo sistematicamente luoghi (il palazzotto dell’ASL!) e date nella verbalizzazione per il giudice. Senza mai ricevere contestazione per la assenza di ogni cronologia e localizzazione.
Violando l’autocertificazione presentata tempo addietro alla Pubblica Amministrazione il pubblico ufficiale XY eseguiva le sedute peritali abusivamente nei locali dell’ASL e utilizzava regolarmente gli orari di pubblico servizio pure nelle visite domiciliari a distanza (anche 80 km!!) dal luogo dove avrebbe dovuto trovarsi a lavorare: l’ASL.
Evidentemente questo implica pure che nel riassuntino giornaliero per l’ASL egli dovesse … non dichiarare la verità poiché sarebbe impensabile che egli ammettesse per iscritto di… bigiare e recarsi fraudolentemente a decine di km di distanza per scopi personali.
I reati che si POTREBBERO EVENTUALMENTE configurare (ma una tal disamina spetta OVVIAMENTE alla Magistratura, qualora ipotizzasse un proprio intervento) sono peculato, falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato, interruzione di pubblico servizio, falso in atto pubblico ecc. ecc.
Ma nelle mani di chi erano i destini dei bambini di ***? Quanti affidamenti sono stati fatti e da quanti anni seguendo le indicazioni di un personaggio di tale cristallino nitore intellettuale?
Degno di nota rilevare che nessuno dei consulenti di parte (personaggi molto noti all’interno del Tribunale medesimo) che, molto in teoria, avrebbero dovuto combattere contro il CTU, si… accorgeva –diciamo così?- della illegalità della situazione (uno dei due era persino ex dipendente ASL!), nessuno convocava per iscritto le parti ma solo telefonicamente, nessuno riportava nella propria relazione il luogo (illegale) delle sedute. Clima omertoso e collusivo? Favoreggiamento?
Interessante pure notare che, alla fine di una perizia protrattasi 6 mesi , dopo la immancabile richiesta al giudice di fare un controllino della situazione (mica gratis!!) dopo 6 mesi, il CTU, in modo completamente estraneo alle semplici richieste del giudice (“Qual è il miglior assetto affidativo?”) inseriva la seguente formuletta che i soliti malpensanti hanno voluto interpretare come una ricompensa ai due consulenti di parte per il loro comportamento:
“Il padre e la madre, aiutati dai propri consulenti dovranno garantire la realizzazione di un progetto di 3 incontri a cadenza mensile di approfondimento su determinati aspetti della vita genitoriale, ciascuno della durata di un'ora circa. Gli approfondimenti in questione saranno all'incirca: 1) come è nata la crisi della coppia: confronto; 2) la famiglia estesa di entrambi i partner; 3) chi è e cosa pensiamo che voglia nostro figlio; 4) come possiamo coordinarci per dare qualcosa di più a nostro figlio”.
D’altro canto è chiaro che in un Tribunale, come è quello di ***, molto ideologizzato sul tema dell’affidamento dei minori (basta vedere le percentuali di affido al padre per i minori fino a 10 anni, più basse della già desolante media nazionale) il rischio che i pochi periti svolgano il loro lavoro poco seriamente esiste: in un clima così ristretto, spesso molto amicale, rassegnato (perché tanto il giudice-committente ha un orientamento pre-concetto, ben chiarito dai dati ISTAT, contro il quale non vale la pena di andare a infrangersi) e del tutto disgiunto da quel sano antagonismo tra professionisti che dovrebbe contraddistinguere le operazioni peritali, si capisce bene che l’unico interesse può divenire il lucrare sulla disperazione dei genitori ma certo non occuparsi seriamente dell’esclusivo interesse dei bambini.
Non a caso il CTU in questione è accusato anche da due persone terze di aver sostanzialmente snaturato le loro deposizioni a sfavore di uno dei genitori (quello che si intuiva dovesse perdere)
Comunque: scoperta la tresca del CTU, verificato che si concretizzavano gravi reati, si segnalava ripetutamente, anche per iscritto, la slealtà del dipendente ASL alla dirigenza, ricavandone solo un invito a non impicciarsi e il rifiuto ostinato a fornire, ai sensi della legge sulla trasparenza amministrativa, la pratica. Il procedimento disciplinare si chiudeva solo con una censura, nessuna sanzione e…la omissione della dovuta segnalazione alla Procura e alla Corte dei Conti..le solite malelingue ipotizzano una omissione di atti d’ufficio della dirigenza ASL.
Ma non è finita: Sarebbe infatti degno di interesse chiarire bene le circostanze per cui questo signore, non residente nella provincia di ***, riusciva ad avere perizie in quel di *** (le norme attuative del cpc prevedono il requisito della residenza nel territorio del Tribunale al momento della iscrizione nell’albo dei periti). Parimenti utile sarebbe chiarire se il criterio della regolare rotazione dei periti (dell’albo del Tribunale , previsto dalle sopraccitate norme, valesse anche per il suddetto perito perché la percezione di molti è che egli riuscisse ad ottenere molti più incarichi del previsto.