18 aprile 2007

LA MANCATA APPLICAZIONE DELL'AFFIDO CONDIVISO: L'AVVOCATA NON GRADISCE I CORRETTIVI

dal Corriere della Sera
Affido condiviso, tutela anche per i nonni
Proposta di legge bipartisan: il giudice deciderà sul loro rapporto con i nipoti
L'avvocato Bernardini De Pace: follia, così si moltiplicano i conflitti

ROMA — La proposta è questa: i nonni entrano a pieno titolo nell'affido condiviso e potranno chiedere direttamente al giudice di vedere i nipoti; il giudice dovrà affidare i minori ai due genitori, anche in caso di disaccordo; i genitori manterranno i figli provvedendo direttamente alle spese e dovranno andare da un mediatore familiare. Infine, i bambini avranno il doppio domicilio. Parte la nuova campagna per la modifica della legge sull'affido condiviso licenziata dal Parlamento poco più di un anno fa. Primo firmatario è Carlo Costantini, Italia dei Valori, ma sotto c'è la firma di almeno altri 40 parlamentari «bipartisan», dal centrodestra al centrosinistra, tutti convinti che «l'affido condiviso, in realtà non sia mai stato così poco condiviso dai giudici». Che dovrebbero far prevalere il principio della bigenitorialità e invece continuano a prediligere il vecchio sistema: affido esclusivo alla madre.

La legge, spiega la deputata Silvana Mura (IdV), che nella passata legislatura non era ancora a Montecitorio, «è inapplicata. Noi vogliamo riscrivere alcuni punti per correggere le parti disattese». Qualche dato concreto lo fornisce Marino Maglietta, dell'Associazione di padri separati Insieme per Crescere, che ha lavorato alle modifiche. «Nei tribunali di Pescara e di Santa Maria Capua Vetere, solo per fare due esempi, nel 50 per cento dei casi si continua ad affidare i minori alla madre senza una giustificata motivazione o con motivazioni assurde del tipo: siccome la casa del padre dista 12 chilometri da quella della madre, affidiamo il figlio alla sola madre». Per Maglietta la responsabilità più grande ce l'hanno i giudici, che s'inseriscono nelle fessure di un testo «ambiguo riuscendo così a sabotare la legge. Il doppio domicilio — continua Maglietta — è un punto decisivo. Ma non significa tre giorni con mamma e tre giorni con papà, significa che, per esempio, le notizie che arrivano dalla scuola vengano inviate ai due genitori, in modo che uno non resti escluso anche dalle informazioni più semplici che riguardano la vita del figlio».

Ma perché la legge attuale è scritta in modo «ambiguo»? Perché in realtà è il frutto di una delicatissima mediazione, di un compromesso che ha voluto far passare il principio della bigenitorialità ma ha di fatto lasciato al giudice piena discrezionalità. Riuscirà il centrosinistra al governo a far passare un testo più rigido, visto che proprio dal centrosinistra arrivavano, quando era all'opposizione, i dubbi più consistenti? «Lo spero, se l'opposizione vota in blocco con noi ce la possiamo fare — risponde Silvana Mura —. Troppe madri usano i figli come arma di ricatto nei confronti degli ex mariti». «Spero proprio di no — si oppone l'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, da sempre contraria all'affido condiviso —. La calata dei nonni? Una follia, così moltiplichiamo al cubo la conflittualità». Il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, preferisce aspettare. «Non vorrei che una legge approvata in fretta e furia alla fine della passata legislatura fosse cambiata con altrettanta fretta — dice —. Sull'applicazione di questa legge, che va valutata e sperimentata, ci sono giudizi molto controversi. Dovrà essere istituito un vero e proprio osservatorio ».
Mariolina Iossa

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