15 ottobre 2025

UN SISTEMA CHE NON HA ALCUN INTERESSE A TUTELARE IL MINORE MA SOLO A MANTENERSI IN PIEDI 

La storia è molto scarna, e altrettanto emblematica e, soprattutto, crudele.
Si svolge in una grande città del Nord, ben popolosa.
Protagonista è un quindicenne di nome “Luca”, vittima di un terrificante conflitto genitoriale.

Ad un certo punto del contenzioso giudiziario, proprio mentre sta cominciando quel TERRIBILE MECCANISMO DI ESASPERAZIONE DEL CONFLITTO che è “la CTU”, decide di cambiare genitore presso cui vivere.

Chiameremo “GENITORE NORD” quello presso cui vorrebbe andare a vivere, e “GENITORE SUD” quello da cui andarsene.
Ci sono problemi logistici di un certo livello, e il giudice consiglia l’avvio di una psicoterapia. O comunque di un percorso a sfondo psicoterapico.

Il ragazzo, Luca, arriva presso uno studio di una collega, la dottoressa R.I., che lo visita insieme ad un collega.
La dottoressa R.I. è un ottimo medico, psicoterapeuta.

Il collega uno psicologo.

Entrambi concordano su un punto: Luca è terribilmente coinvolto nel conflitto, ne soffre veramente tanto, e si gioverebbe molto di un sostegno psicoterapico.

Luca, dopo una iniziale titubanza, decide di proseguire il percorso psicoterapico con la coppia. È contentissimo.
Viene fissata la terza seduta. Luca è contentissimo.

La terza seduta non avrà mai luogo.

La CTU, una professionista molto nota e molto gettonata (che qui chiameremo “dottoressa Marianna”), ha deciso che Luca non può cominciare alcuna terapia o consulenza -nonostante sia evidente quanto stia male e nonostante lui stesso voglia proseguire.

La collega medico e il collega psicologo vengono avvertiti solo pochi minuti prima dell'appuntamento fissato, che Luca non arriverà. Il “GENITORE SUD” -quello da cui Luca vuol fuggire perché lo picchia- invia un messaggio WhatsApp annunciando che Luca non viene.

Il motivo dichiarato è che la seduta di CTU sta durando troppo. “GENITORE SUD” non risponderà mai al telefono e non spiegherà altro.

Qualche giorno dopo la dottoressa contatta “GENITORE NORD” che, bontà sua, risponde. E spiega cosa è successo davvero.

La CTU, la dottoressa Marianna, ha deciso che prima si deve celebrare la CTU, poi Luca potrà curarsi. Questo nonostante lui stia male, molto male, e voglia incontrare di nuovo la dottoressa (medico) e lo psicologo.

Ve l’immaginate voi uno che va da un medico, gli viene posta la diagnosi di -poniamo- ulcera gastrica, ma non può iniziare a curarsi perché deve fare prima la CTU?
Qualcuno dirà: “ma Luca non sa nemmeno cosa gli accadrà, con chi vivrà, che futuro avrà! Meglio che prima si stabilizzi la sua vita, sa con chi andare a vivere, e poi lo curiamo”.

Il che è la prova che la priorità non è nel garantire al minore un percorso che assorba i suoi traumi, che ne curi la psicologia traumatizzata dal procedimento giudiziario, che gli garantisca un ascolto liberatorio e supportivo, ma è nel celebrare il rito di attribuzione del minore.

Dopo il quale si potrà curare le ferite nel frattempo procurate al povero Luca.

Questo sistema giudiziario non ha alcun interesse a tutelare i minori.

E questo caso (che rappresenta di fatto la norma) lo dimostra.
È un sistema che ha interesse SOLO A STRUMENTALIZZARE LA SOFFERENZA E LA MALATTIA CHE CREA (Luca soffre per il conflitto genitoriale, ma NON VA CURATO) per poter così celebrare i propri riti negando poi ogni importanza alle patologie che dice di voler sanare.

E che FA DELLA PATOLOGIA E DELLA SOFFERENZA DEI MINORI UN’ARMA DEL CONFLITTO ANCORA PIÙ POTENTE DELLE ALTRE.

Tanto è vero che evita accuratamente di curarla se turba il rito della CTU.

E intende la terapia del minore travolto dal conflitto genitoriale (e dunque portatore di lesioni da EVENTO STRESSANTE CRONICO) come un MOMENTO DI NORMALIZZAZIONE volto a fargli accettare le scelte della CTU e del Giudice.

In un sistema veramente dedito alla tutela del “supremo interesse del minore”, Luca sarebbe PRIMA CURATO e SOLO POI -e forse- oggetto di CTU

23 febbraio 2023

LA RIFORMA DEI PROCEDIMENTI DI SEPARAZIONE E DIVORZIO

Un ottimo intervento dell'avvocato Michele Dell'agnese, di Padova. 

Con grande chiarezza e competenza ci spiega le sostanziali riforme della procedura in caso di separazione e divorzio


https://youtu.be/L6wUqXubZeA


11 febbraio 2023

VERSO UNA EVAPORAZIONE DELLA PAS O DEL PADRE? UN ARTICOLO SU PSICOANALISI & SOCIALE

Un articolo di Gaetano GIORDANO sulla PAS.

Una nuova prospettiva -assolutamente ovvia quanto incredibilmente disattesa da chi la critica- da cui guardare un fenomeno che esiste. 

E che per definizione non può non essere il frutto dei traumi e delle aggressioni e conflittualità cui viene esposto il minore in quelle guerre tra famiglie volute da un sistema patogeno.

CLICCA QUI PER LEGGERE


30 maggio 2022

L'UNICO "CENTRO STUDI SEPARAZIONI E AFFIDO MINORI" E' QUELLO RAPPRESENTATO DA QUESTO BLOG E DIRETTO DAL DR. G.GIORDANO

Abbiamo infatti scoperto che esiste un'altra organizzazione che utilizza (e da ben poco tempo) lo stesso nome.

Il termine "CENTRO STUDI SEPARAZIONI E AFFIDO MINORI" è stato utilizzato a partire dal 1998 dal dr. G.GIORDANO.

Altri nati successivamente e non con il consenso del dr. G.GIORDANO (c'è una sede in Milano e una in Svizzera), sono scopiazzature successive.

Successive e molto emblematiche, specie guardando ai contenuti.


01 agosto 2021

IL RECUPERO DEL RAPPORTO CON IL PADRE UNA DELLE BASI PER UNA MEDAGLIA D'ORO

Per avere un'idea dell'importanza che può avere il recupero del rapporto con il padre, basta considerare la vicenda del vincitore dei 100 mt all'Olimpiade di Tokio, Marcell Jacobs.

Complimenti vivissimi al campione e, anche, alla sua motivatrice sportiva, la dottoressa Nicoletta Romanazzi.


https://www.iltempo.it/sport/2021/08/01/news/marcell-jacobs-segreto-olimpiadi-tokyo-2020-medagia-doro-100-metri-mental-coach-nicoletta-romanazzi-rapporto-padre-texas-28177898/