30 dicembre 2011

Il nonno non entra nel condiviso



Nel 2002 una donna e un uomo, genitori di due minori, decidono di separarsi avanzando al Tribunale di Roma reciproche richieste di addebito.
Nel procedimento si inserisce, con un ricorso, anche il nonno paterno dichiarando non solo la propria disponibilità ad ottenere in affidamento i due nipoti, ma nello stesso tempo, chiedendo una precisa regolamentazione degli incontri futuri con i minori.

Il nonno in questione si è proposto, dunque, al Giudice come “parte” in causa avente potenziali diritti di tutela sui nipoti.

La Corte ha tuttavia ricusato tale ricorso, sostenendo innanzitutto che “i nonni non possono agire nel giudizio di separazione per regolare il loro diritto di visita con i nipoti”.

Il diritto dei minori, figli di coniugi separati, prevede la conservazione e la tutela dei rapporti significativi con i parenti di ciascun ramo genitoriale, al fine di promuovere la crescita serena ed equilibrata dei bambini.
Tuttavia la Corte in questione ha messo in evidenza che il ruolo dei parenti prossimi non può incidere sulla natura e sull’oggetto dei giudizi di separazione, di divorzio e sulle posizioni e i diritti delle parti coinvolte ed ancora che “l’intervento dei nonni o di altri familiari, non può sostenere le ragioni di una delle parti, in maniera tale da costituire un intervento “ad adiuvandum” ai sensi dell’articolo 105, comma secondo”.
(Sentenza 28902, sezione Prima, del 27/12/2011)

In sintesi con questa sentenza la Corte ribadisce che i genitori dei minori sono gli unici soggetti aventi diritto di esercitare la richiesta di affidamento congiunto, non riconoscendo così il ruolo basilare dei nonni per la crescita serena e stabile dei bambini, soprattutto nel momento in cui questi ultimi si ritrovano stretti nella morsa di gravi dispute genitoriali.
La speranza per il futuro è che le tematiche del diritto di famiglia e dei minori possano progressivamente accogliere ed integrare gli aspetti di natura psicologica su cui si fonda lo sviluppo del bambino: i nonni sono una parte fondamentale nella vita di un bambino, perché regalano stabilità e serenità alla vita dei figli dei propri figli. Questo è un dato ormai acclarato da ogni corpus di conoscenza psicologica, e nella nostra opinione l'attuale orientamento della Cassazione in tema di partecipazione dei nonni alla vita dei figli dovrebbe essere rivisto: dire che un nonno di per sé non ha motivo di esistere nella vita di un nipote, è forse davvero un po' troppo in contraddizione con tutto quello che si sa e si sente circa le necessità dei nostri figli.

Dr.ssa Benedetta Rinaldi - Dr. Gaetano Giordano

22 dicembre 2011

Arrestato il direttore de "Il Forteto". Il TdM di Firenze gli affidava i nostri figli

Rodolfo Fiesoli. Gli affidereste vostro figlio?
Voi no, il Tribunale dei Minori si


L’arresto del direttore della comunità “Il Forteto”.
La prima condanna avvenne nel 1985.
I Servizi Sociali hanno continuato ad affidargli i bambini sino al 2008.
Nel supremo interesse di chi?

Nel 1998 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo riceve la richiesta di ricorso contro l’Italia, e in particolare contro l’operato del Tribunale dei minori di Firenze, da parte di due madri con doppia cittadinanza, italiana e belga.
Entrambe le donne avevano subito la decisione del Tribunale per i minorenni di Firenze di interrompere ogni relazione con i rispettivi figli, collocando questi ultimi presso la comunità “Il Forteto”. Le donne, inoltre, avevano denunciato che i bambini subivano all’interno della suddetta comunità trattamenti violenti e inumani, associati ad una scolarizzazione pressoché inesistente.
Dall’indagine della Corte europea è emerso che “Il Forteto” fu oggetto, alla fine degli anni ’70, di una inchiesta penale in relazione a tre dei suoi fondatori, per supposti atti di zoofilia e pedofilia commessi all’interno della cooperativa. Due di queste persone, in particolare il Direttore Rodolfo Fiesoli e il suo socio Luigi Goffredi, furono arrestate, poi rimesse in libertà con rinvio a giudizio.


Il 3 gennaio 1985 la corte di appello di Firenze condannò i due imputati per maltrattamenti e abusi sessuali su persone accolte nella comunità.
In particolare emerse un’istigazione da parte dei suoi responsabili alla rottura dei rapporti tra i bambini che erano affidati loro e i loro genitori biologici (come nel caso delle due madri in questione) e altri gravissimi capi di imputazione:
- entrambi per avere maltrattato una ragazza handicappata di diciotto anni che aveva soggiornato per qualche giorno nella comunità, picchiandola più volte al giorno, insultandola anche in presenza di altre persone, impedendole di comunicare con l’esterno, umiliandola a causa delle sue caratteristiche fisiche;
- Rodolfo Fiesoli risultò avere abusato sessualmente (atti di libidine violenti) di due handicappati mentali di sesso maschile, in una occasione in presenza di un tredicenne.
Fiesoli fu condannato ad una pena di due anni di reclusione e Luigi Goffredi ad una pena di dieci mesi di reclusione, ottenendo ancora la condizionale e la sospensione dell’interdizione dai pubblici uffici. Risultò inoltre che si fossero avvalsi di falsi titoli di studio come psicologi (reato per il quale furono purtroppo amnistiati).
Nonostante questi gravissimi capi di imputazione - con conseguenti condanne - nel 1997 Fiesoli risultava ancora a capo della comunità e, cosa ancora più grave, i servizi sociali competenti continuavano a raccomandare al tribunale per i minorenni di Firenze “Il Forteto” quale luogo idoneo per la collocazione di minori allontanati dalle famiglie di origine.


In base ad una sentenza del 13 luglio del 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per l'affidamento a Il Forteto dei bambini, sostenendo che le madri avevano subito un grave danno morale a causa dell’assenza di spiegazioni riguardanti la scelta delle autorità di collocare i bambini presso “Il Forteto”, e inoltre per gli ostacoli al riallacciamento dei rapporti derivante dal comportamento delle persone che avevano l’affidamento dei bambini all’interno della struttura in questione. La Corte ha deliberato inoltre che anche i bambini avevano subito un danno personale considerando il rischio crescente di una rottura irreversibile dei legami con le rispettive madri, comminando una multa di 200 milioni di lire come risarcimento dei danni morali.
(Fonte: http://www.dirittiuomo.it/Corte%20Europea/Italia/2002/Scozzari.htm).

Dopo essere uscito di prigione Rodolfo Fiesoli è tornato a dirigere la comunità “Il Forteto” che ha continuato ad ospitare, su mandato del Tribunale di Firenze, minori e persone in difficoltà.

Nel 2002 l'eurodeputata di An Cristina Muscardini avanzò un'interrogazione alla Commissione parlamentare chiedendo “l'allontanamento immediato di tutti i minori presenti nella struttura e la cancellazione de Il Forteto quale centro di riferimento per la commissione per l'infanzia”, tuttavia la Commissione incredibilmente si dichiarò non competente.
Nonostante tutti questi gravissimi fatti emersi, che sono stati peraltro giudicati idonei a condannare l’Italia per violazione dei diritti dell’uomo, solo a partire dal 2009 il Tribunale di Firenze non ha più affidato nessun minore alla comunità.
E’ infine cronaca di pochi giorni fa: Rodolfo Fiesoli, il 20 dicembre 2011, tutt’ora a capo della comunità “Il Forteto”, nonostante i terribili reati sopra citati, è stato nuovamente arrestato dalla procura di Firenze con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti.
Com’è possibile che un Tribunale italiano abbia potuto per tutti questi anni continuare a inviare persone e minori in difficoltà – e soprattutto nonostante le sentenze e le condanne della Corte europea - con un personaggio gravemente deviante come il Fiesoli?

E' evidente un dato: il Tribunale dei Minori non svolge alcun controllo sulle consulenze svolte dai Servizi Sociali e se lo dovessimo considerare alla stregua di un genitore dovremmo revocargli immediatamente la potestà genitoriale con la stessa facilità e velocità con cui il Tribunale dei Minori la revoca ai genitori oggetto delle proprie attenzioni.
I giudici che hanno inviato i minori a “Il Forteto” nonostante le condanne penali e quelle in sede europea, e i Servizi Sociali che hanno consigliato la struttura, hanno mai pagato per le loro eventuali responsabilità?
 Vai all'articolo di CrimeBlog.it

14 dicembre 2011

Nota dell'Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali sul caso della piccola * Stella *


L'“Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali" -una realtà nata all'interno del Centro Studi Separazioni e Affido Minori- ha terminato e consegnato il proprio Parere Pro Veritate relativamente alla vicenda della piccola *Stella*.

Dal lungo elaborato -162 pagine- emerge come la consulenza che avrebbe consentito l'allontanamento della piccola *Stella* dalla propria famiglia è stata viziata da profonde carenze e da gravi errori metodologici.

A parere dell'Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali, che ha condotto sul testo una approfondita analisi semantico-linguistica ed una dettagliata interpretazione della prassi metodologica e comportamentale seguita, la consulenza era viziata dall'affermarsi di teoremi interpretativi della situazione destinati ad autoconvalidarsi, e fondati su stereotipi svalutativi privi di un reale riferimento con la realtà della coppia, i cui vissuti emotivi e psicologici in tema di genitorialità non sono stati presi in considerazione nella loro interezza, ma solo in modestissima parte.

L''Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali ed il Centro Studi Separazioni e Affido Minori segnalano poi come l'interruzione dei legami tra un genitore un figlio in assenza di una osservazione diretta della relazione, è considerata dalla Corte Europea di Strasburgo come una lesione dei Diritti Umani.

Sempre al proposito, si ricorda infine, altre Sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo segnalano che tale prassi deve avvenire solo in casi eccezionali, comprovati da consulenze condotte scientificamente secondo prassi accreditate, tanto che lo stesso Ministero della Giustizia, proprio in relazione a tale sentenza, nota come “Ne risulta che l’interesse del bambino richiede che soltanto circostanze del tutto eccezionali possano portare ad una rottura del legame familiare, e che venga fatto del tutto per mantenere le relazioni personali ed eventualmente, giunto il momento, “ricostituire” la famiglia””

La consulenza in questione appariva invece viziata dall'emergere di prassi e procedure assolutamente distanti da un esame scientifico della situazione.

Per quanto riguarda specialisti che hanno partecipato alla redazione del parere, sono cinque, e hanno lavorato in tempi strettissimi sull'enorme mole di documentazione da rivedere, proprio per consentire un efficace utilizzo del Parere.

Si tratta della dr.ssa Barbara Rossi, Direttrice della sede di Milano del Centro Studi Separazioni e Affido Minori, della dr.ssa Elena Consenti, della dr.ssa Benedetta Rinaldi, del dr. Marco Muffolini e del dr. Gaetano Giordano, Direttore Scientifico e della sede di Roma del Centro Studi Separazioni e Affido Minori.

Il Parere Pro Veritate conclude riconoscendo ai genitori di *Stella* una adeguata capacità genitoriale ed auspica un pronto recupero della relazione con la figlia attraverso un percorso di riavvicinamento, mediato da opportune e competenti figure professionali.

Si augura infine che questa triste vicenda abbia una rapida e serena conclusione, lontana da protagonismi e personalizzazioni dei professionisti intervenuti

Centro Studi Separazioni e Affido Minori

12 dicembre 2011

Costituito l'Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali in campo psico-forense


"Vogliamo intervenire attivamente, con scienza, coscienza e civiltà, e per il diritto di tutti i cittadini, nel problema delle consulenze peritali in procedimenti relativi a minori figli di separati o "attenzionati" dai Servizi Sociali. 
Sempre più ci arrivano richieste da genitori, mamme e papà,  che ci raccontano di storie inverosimili. "
Così si è espresso il dr. Gaetano Giordano discutendo della nuova iniziativa del Centro Studi Separazioni e Affido Minori, che ha ormai una sua sede 
anche a Milano, ed una a Reggio Emilia: l'Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali in campo psico-forense è così stato creato sotto la trentennale esperienza degli specialisti del Centro Studi.

L'Osservatorio fa infatti parte integrante del Centro Studi Separazioni e Affido Minori, e si occupa di tutti i casi di abusi e/o di scarsa o carente deontologia e/o di scorretto utilizzo di tecniche psicologiche nella prassi peritale, pubblica e privata, che avvenga in campo psicologico-forense.

L'Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali in campo psico-forense nasce dunque:
- per rispondere alla sempre più crescente quantità di segnalazioni relative a consulenze d'ufficio metodologicamente e deontologicamente scorrette, e/o abusanti della vita familiare dei soggetti coinvolti, quanto prive di aderenza alle Linee Guida nazionali e internazionali in tema di ascolto del minore e spesso foriere di gravissime conseguenze in campo civilistico, penale, e comunque potenzialmente distruttive dell'esistenza di vite intere;
- per valutare in tal senso anche l'operato dei Servizi Sociali, le cui “relazioni” e i cui interventi “terapeutici” troppo frequentemente giungono a risultati criticati e criticabili;
- per intervenire con efficacia e competenza in tutti i casi nei quali -in campo psicologico-forense- potrebbe essersi realmente verificato un abuso peritale -da parte di consulenti privati, pubblici o incaricati da un magistrato (la definizione include dunque anche le “relazioni” da parte dei Servizi Sociali e le consulenze di parte)-, comportando gravi e devastanti conseguenze per chi lo ha, nel caso, subito-

L'Osservatorio prende al momento in esame la possibilità di intervenire in modalità di puro volontariato per situazioni particolarmente critiche e disagiate

Per chi avesse bisogno di contattare l'Osservatorio Permanente contro gli Abusi Peritali in campo psico-forense, questi i riferimenti:

EMAIL: Osservatorio_Abusi_Peritali@centrostudi-ancoragenitori.it (AVVERTENZA: Questo indirizzo e-mail deve essere utilizzato ESCLUSIVAMENTE per la ricerca di contatti e NON per presentare o raccontare storie e casi clinici. La presentazione del caso personale va fatta solo di persona e dopo un contatto telefonico.)

- Centro Studi Separazioni e Affido Minori - sede di Roma:
Piazza dei Re di Roma 3, 00183 - Roma. Tel.: 06 7017455

- Centro Studi Separazioni e Affido Minori - sede di Milano:
Via Cimarosa 13 20144 Milano. Tel.: 02 39400897

Centro Studi Separazioni e Affido Minori – sede di Reggio Emilia
Via Che Guevara 55 – 42100 Reggio Emilia. Tel.: 0522 282220


02 dicembre 2011

Corte d'Appello di Bologna: Sospesa l'adottabilità della piccola *Stella* - Comunicato del Centro Studi Separazioni e Affido Minori



In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa e su alcuni account di Facebook relativamente al caso della piccola *STELLA”, , il Centro Studi Separazioni e Affido Minori ci tiene a precisare di aver partecipato al ricorso contro  la sentenza di adottabilità della minore emessa dal Tribunale dei Minorenni di Bologna in modo indipendente e volontario, contribuendo alla causa in quanto meritevole non solo della nostra attenzione ma anche dell’impegno professionale messo a disposizione da parte di tutta la nostra equipe che oggi gioisce nel vedere riaccese le speranze di una famiglia e dei suoi diritti.


Ogni legame con associazioni o organizzazioni che avrebbero dato un supporto in questa vicenda è del tutto escluso.

Il Centro Studi Separazioni e Affido Minori, che ha sede in Roma, Milano, Reggio Emilia, ha partecipato alla stesura del parere pro-veritate citato negli articoli sulla vicenda con un’equipe composta dai dottori  Gaetano Giordano, Direttore del Centro Studi, dalla dr.ssa Barbara Rossi, direttrice della sede di Milano, dalla dr.ssa Elena Consenti, dalla dr.ssa Benedetta Rinaldi, di Roma, e dal dr. Marco Muffolini.


Il Centro Studi Separazioni e Affido Minori si congratula vivamente con l’avvocato Miraglia, legale dei genitori della piccola *Stella*, per il coraggio e la tenacia dimostrati.