29 aprile 2007

"GIORGIO CECCARELLI A STOCCOLMA INVITATO AL..." POST SOSPESO!!!

QUESTO POST E' CANCELLATO COME SEGNO DI DISSENSO DA QUANTO STA AVVENENDO IN UN FORUM DI GENITORI SEPARATI.

I genitori separati sono vittime di gravissime discriminazioni.

Non hanno però il diritto, come sta avvenendo in alcuni loro forum, di insultare ignobilmente altri esponenti del settore, di scatenare campagne di isnulti, e di atteggiarsi sempre a vittime di atteggiamenti malevoli di altri.

Gli esponenti di alcune di queste associazioni sono espertissimi nel presentarsi come eterne vittime dell'invidia e della slealtà di altri, e questo a loro avviso li giustificherebbe sempre e comunque negli assalti e nelle campagne di linciaggio che scatenano contro altre associazioni e altri rappresentanti delle stesse.

Certi comportamenti sono totalmente indecorosi e vergognosi.
Tanto più che vi è una chiave ricorsiva che li muove: in questi forum tutto viene preso a pretesto - con tratti a volte realmente paranoidei - per dimostare di essere vittime della cattiveria, dell'invidia, della slealtà altrui, e questo giustifica ogni linciaggio morale del "nemico" di turno.

Nessuno però, in queste associazioni, segnala mai gli interventi a favore delle stesse, e nessuno si sente mai in dovere di ringraziare o semplicemente indicare le persone e gli operati destinati a dar sostegno ad esse e ai loro esponenti.

Questo fa parte di una logica ben precisa: molte associazioni di genitori separati - che in genere non contano più di una ventina di aderenti - sono costituite sul narcisismo paranoideo di chi le fonda e le dirige con toni da condottiero salvifico, e questi "fondatori", per poter creare consensi al proprio interno, devono continuamente indicare nemici all'esterno, incitare al loro linciaggio, e occultare ogni potenziale sostegno alla loro causa, onde non far correre il rischio, al "duce" di turno, di dover spartire la propria credibilità con qualcuno.

Se dunque la lotta a tutela dei minori coinvolti nella separazione è una lotta per i diritti civili dei minori e dei loro genitori, è altrettanto vero che non si può più di tanto solidarizzare con personaggi fanatici, paranoici, distruttivi, che fanno del continuo linciaggio morale di pretesi nemici la propria chiave operativa.

Il problema estremamente grave è che ancora una volta è dimostrato come la risposta ad un problema sociale tenda a diventare, in questo contesto socioculturale che privilegia i diritti e i poteri delle "persone" rispetto a quelli delle relazioni, più grave del problema che pretende di affrontare.

Quello che sta avvenendo in certi forum e in certi spazi di incontro di associazioni di "genitori separati" ne è la drammatica e disperante dimostrazione.

30 MAGGIO 2007

GG

PADRI MALTRATTATI: LA GESEF IN TELEVISIONE

L'associazione GESEF ha presentato in televisione i risultati di una ricerca durata circa otto anni e relativa a otto anni di raccolta di dati e informazioni.

Di tale ricerca abbiamo parlato in altro blog.

Qui riportiamo invece il video relativo alla trasmissione “l'Antipatico”, di Maurizio Belpietro, cui hanno partecipato Vincenzo Spavone, autore dell'inchiesta (di cui si riferisce anche nel sito della GESEF), e la psicoterapeuta Sarah Viola.

Sarah Viola ha avuto parole veramente inconsuete rispetto al consueto panorama dello ...”psicologismo” italiano: “è vero” ha detto, “c'è un'escalation della violenza femminile contro gli uomini. Le donne hanno un difetto: pretendono di avere sempre ragione e quando non se le vedono riconosciuta diventano più aggressive di quanto ci si possa immaginare. ... Da quando c'è la legge sull'affido condiviso le donne sono diventate ancora più violente perchè non intendono perdere il primato sui figli. Le donne non sono pronte a una parità con gli uomini sulla genitorialità”, parole che dette da un uomo sarebbero state prese per il frutto di bieco sessismo, e rappresentano invece una stupenda sintesi di una drammatica realtà psicosociale.

Ottimo l'intervento di Spavone.

Unico neo: in un eccesso di entusiasmo Spavone si è attribuito immeritatamente la creazione del termine “Mobbing Genitoriale”.

Un concetto che lui sta utilizzando con una certa buona padronanza, ma sul quale non ha mai scritto un rigo sino ad oggi, e - anzi - ha sempre evitato di utilizzare.

Il termine, e soprattutto il concetto, di “Mobbing Genitoriale” - che ora fa gola a molti - sono stati introdotto ed utilizzati per la prima volta da chi scrive, in un articolo pubblicato su Psychomedia nel luglio 2004.

Le successive pubblicazioni scientifiche sono state esclusivamente quelle di chi scrive, mentre diversi sono gli autori e soprattutto gli scritti che hanno citato tale termine nelle loro pubblicazioni, attribuendolo sempre agli articoli di chi scrive: fra questi, però non vi è mai stato alcuno della GESEF.
Vincenzo Spavone, nonchè eventuali autori legati alla Gesef, dunque, non hanno mai partecipato alla introduzione del termine "mobbing genitoriale" in alcun scritto scientifico, nè lo hanno mai utilizzato prima di tale trasmissione, durante la quale, ci spiace dirlo, Vincenzo Spavone si è voluto prendere meriti che non ha (il che, a quanto ne sappiamo con dovizia di fonte, è proprio quell'atteggiamento che ha infastidito molti o quasi tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui e che ne ha fatto un isolato nel consesso delle associazioni di genitori separati)
.

All''articolo del luglio 2004, firmato dal sottoscritto, sono poi seguiti successivi ricerche e inquadramenti, che hanno dato luogo a nuove sviluppi, riversati su un articolo - ospitato sempre da Psychomedia, e sempre nella Sezione da me coordinata (Disagio Familiare, Separazioni, e Affido Minori) - comparso nel 2005 e intitolato " Verso uno studio delle "transazioni mobbizanti": il mobbing genitoriale e la sua classificazione"

Nel maggio 2006, invitato al prestigioso Convegno dell'Ailas a parlare dell'argomento, ho presentato “Il Mobbing Genitoriale dall'etologia all'etica”, recentemente pubblicato sempre su Psychomedia.

Psychomedia è una rivista specialistica in psichiatria, fra le prime dieci al mondo per numero di contatti: il fatto che una Rivista prestigiosa abbia ospitato per prima gli studi sul Mobbing Genitoriale, doveva indurre il Presidente della Gesef a spiegare agli ascoltatori conme il concetto di Mobbing Genitoriale è frutto delle accurate ricerche di specialisti, ben contenti che altri lo utilizzino correttamente.


Per guardare il video, questo il link http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=mediaset&data=2007/04/26&id=691&categoria=l_antipatico&from=scheda









22 aprile 2007

IL BLOG DEL "RACCOGLITORE DI POMODORI" SU PAPA' SEPARATI.ORG

Un nuovo blog è stato aperto sul rinnovato (ed eccezionalmente curato dal web master) sito della Associazione Papaseparati.

Il sito accoglie di suo una gran varietà di rubriche, news, e - soprattutto - possibilità di contatti.
Ma, fra le chicche, ne spunta una molto simpatica: il "blog del Raccoglitore di pomodori".

Il Blog del Raccoglitore di Pomodori, ovvero "Storie, fatti e commenti sull'ordinaria ingiustizia di famiglia", prende spunto (così si dice testualmente) "dalla risposta che un giudice ha dato ad un padre, di fatto nullatenente ma da lui condannato ad un esoso assegno di mantenimento per i figli e l'ex moglie. Alle rimostranze dell'uomo, che faceva notare la propria impossibilità a far fronte a quelle spese, il giudice rispose con molta tranquillità "Lei vada pure a raccogliere pomodori con i neri: i suoi figli staranno benissimo anche senza di lei. In alternativa vada a lavorare un paio d'anni in Germania": frase che genialmente sintetizza il trattamento riservato dalla Giustizia Italiana ai padri separati e comunque ai loro figli.
A questo anonimo e intelligente magistrato dedichiamo dunque con sincera gratitudine il nostro blog."nasce - così testualmente si narra nel sito".

Chiunque può inviare la propria storia, la quale verrà adeguatamente purgata di nomi, città, riferimenti, ben stravolta nei particolari che la rendessero riconoscibile, e messa online.

Non esisteranno firme: ogni intervento sarà attribuito SEMPRE ad un anonimo "RACCOGLITORE DI POMODORI N. 000*", dove "*" sarà però un numero progressivo come quello degli internati in un campo di concentramento.

Per inviare le storie, scrivere a raccoglitoredipomodori@papaseparati.org e aspettare!

18 aprile 2007

LA MANCATA APPLICAZIONE DELL'AFFIDO CONDIVISO: L'AVVOCATA NON GRADISCE I CORRETTIVI

dal Corriere della Sera
Affido condiviso, tutela anche per i nonni
Proposta di legge bipartisan: il giudice deciderà sul loro rapporto con i nipoti
L'avvocato Bernardini De Pace: follia, così si moltiplicano i conflitti

ROMA — La proposta è questa: i nonni entrano a pieno titolo nell'affido condiviso e potranno chiedere direttamente al giudice di vedere i nipoti; il giudice dovrà affidare i minori ai due genitori, anche in caso di disaccordo; i genitori manterranno i figli provvedendo direttamente alle spese e dovranno andare da un mediatore familiare. Infine, i bambini avranno il doppio domicilio. Parte la nuova campagna per la modifica della legge sull'affido condiviso licenziata dal Parlamento poco più di un anno fa. Primo firmatario è Carlo Costantini, Italia dei Valori, ma sotto c'è la firma di almeno altri 40 parlamentari «bipartisan», dal centrodestra al centrosinistra, tutti convinti che «l'affido condiviso, in realtà non sia mai stato così poco condiviso dai giudici». Che dovrebbero far prevalere il principio della bigenitorialità e invece continuano a prediligere il vecchio sistema: affido esclusivo alla madre.

La legge, spiega la deputata Silvana Mura (IdV), che nella passata legislatura non era ancora a Montecitorio, «è inapplicata. Noi vogliamo riscrivere alcuni punti per correggere le parti disattese». Qualche dato concreto lo fornisce Marino Maglietta, dell'Associazione di padri separati Insieme per Crescere, che ha lavorato alle modifiche. «Nei tribunali di Pescara e di Santa Maria Capua Vetere, solo per fare due esempi, nel 50 per cento dei casi si continua ad affidare i minori alla madre senza una giustificata motivazione o con motivazioni assurde del tipo: siccome la casa del padre dista 12 chilometri da quella della madre, affidiamo il figlio alla sola madre». Per Maglietta la responsabilità più grande ce l'hanno i giudici, che s'inseriscono nelle fessure di un testo «ambiguo riuscendo così a sabotare la legge. Il doppio domicilio — continua Maglietta — è un punto decisivo. Ma non significa tre giorni con mamma e tre giorni con papà, significa che, per esempio, le notizie che arrivano dalla scuola vengano inviate ai due genitori, in modo che uno non resti escluso anche dalle informazioni più semplici che riguardano la vita del figlio».

Ma perché la legge attuale è scritta in modo «ambiguo»? Perché in realtà è il frutto di una delicatissima mediazione, di un compromesso che ha voluto far passare il principio della bigenitorialità ma ha di fatto lasciato al giudice piena discrezionalità. Riuscirà il centrosinistra al governo a far passare un testo più rigido, visto che proprio dal centrosinistra arrivavano, quando era all'opposizione, i dubbi più consistenti? «Lo spero, se l'opposizione vota in blocco con noi ce la possiamo fare — risponde Silvana Mura —. Troppe madri usano i figli come arma di ricatto nei confronti degli ex mariti». «Spero proprio di no — si oppone l'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, da sempre contraria all'affido condiviso —. La calata dei nonni? Una follia, così moltiplichiamo al cubo la conflittualità». Il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, preferisce aspettare. «Non vorrei che una legge approvata in fretta e furia alla fine della passata legislatura fosse cambiata con altrettanta fretta — dice —. Sull'applicazione di questa legge, che va valutata e sperimentata, ci sono giudizi molto controversi. Dovrà essere istituito un vero e proprio osservatorio ».
Mariolina Iossa

16 aprile 2007

GLIELO HANNO FATTO BUONO IL SERVIZIO: QUELLO SOCIALE...

La storia che segue è emblematica.

La ragazzina era stata affidata ai Servizi Sociali perchè – disagiata psichica – viveva in una famiglia senza soldi: e così – come si legge – un solerte magistrato minorile l'ha tolta alla famiglia e l'ha data a un istituto.

Il motivo, sembra risiedesse (a quel che riferisce il giornale) nella povertà della famiglia.

Ottima” idea, insomma: invece di dar assistenza e denaro ai genitori, questo Stato toglie la figlia ai genitori, la schiaffa in un istituto, e fa sì che l'istituto si becchi i soldi al posto loro.

Per quale motivo l'intervento non è diretto, ma viene privilegiato il vantaggio dell'Istituto, laddove si sa che l'intervento sul nucleo familiare è il più idoneo a aiutare la minore in difficoltà?

E, soprattutto, cosa è successo poi, dopo l'affido all'Istituto. dato che l'Istituto sembra esser stato peggio, molto peggio, della famiglia a cui l'hanno tolta?

da Repubblica.it

La tredicenne si è gettata dalla finestra ed è morta sul colpo
Era affidata da tempo ai servizi sociali. Non ha lasciato messaggi

Ragazzina si uccide a Taranto
Aveva denunciato abusi sessuali

Il patrigno: "Voglio che venga accertata la verità"


TARANTO - Una ragazzina di 13 anni si è uccisa gettandosi dall'ottavo piano di una palazzina del quartiere Paolo VI di Taranto. Una tragedia dai contorni ancora oscuri. Secondo gli investigatori la ragazzina aveva gravi problemi psichici e in passato aveva denunciato abusi sessuali. Accuse che però non avevano trovato riscontri oggettivi. Ieri sera la ragazzina era con la mamma e col papà per la giornata festiva: con loro si è recata a far visita a parenti che vivono nel Paolo VI. A un certo punto è andata in bagno, un ambiente con una finestra in alto su una parete: vi si è arrampicata e si è gettata nel vuoto. Senza lasciare alcun messaggio.

A quanto si è saputo sinora, la ragazzina, sei mesi fa, era stata messa in istituto fuori Taranto per disposizione di un giudice minorile. Il suo stato psichico, infatti, non era compatibile con la vita in una situazione economica assai difficile quale quella della sua famiglia. Una permanenza che durò pochissimo perché l'istituto non fu in grado di gestire la situazione. Poi vennero le denunce di violenze sessuali. Due gli episodi riferiti dalla ragazza: una denuncia era stata archiviata, mentre sull'altra erano in corso ancora accertamenti ma gli inquirenti fanno presente che non era stato definito alcun riscontro sinora dal punto di vista giudiziario. Questa ricostruzione viene respinta dal patrigno della giovane: "Voglio che venga accertato chi le avrebbe usato violenza sessuale e poi non credo che sia stato corretto il comportamento del medico del primo istituto, a Lecce, in cui è stata ricoverata, che l'ha fatta imbottire di psicofarmaci aggravando la situazione". Il padre naturale della ragazzina morì 1994, il patrigno ha sposato la vedova quando la piccola aveva due anni. L'uomo è convinto che la ragazza abbia subito per due volte violenza sessuale, così come aveva denunciato alla polizia. E' certo che aveva detto la verità, nonostante la prima archiviazione da parte della magistratura. "Il primo episodio - hanno spiegato lui e l'avvocato Flaviano Boccassini - risaliva a circa due anni fa: l'indagato, che non era un vicino di casa, era un sottufficiale della Marina di Napoli in servizio a Taranto. La denuncia venne archiviata, ma da quel momento lei non è stata più la stessa. Non so se ieri sera si sia lanciata volutamente dalla finestra o abbia avuto, che ne so, un malore. Non riesco ancora a crederci". Neppure don Ferdinando di Noto, fondatore dell'associazione onlus "Meter", ha dubbi sulle cause del suicidio: "Il suicidio di questa bambina, innocente e pura, somiglia alla cronaca di una morte annunciata, una martire della pedofilia che piangiamo con grande dolore". E lancia un appello al mondo della politica e delle istituzioni. "Ci rivolgiamo agli uomini di buona volontà del governo e dell'opposizione - continua il religioso - a Rutelli, a Fini, ad Amato affinché si capisca che questa continua emergenza deve finire insieme ad un'indulgenza verso chi commette crimini cosi orrendi".

"Se ci fosse stata una rete sociale più attiva - conclude don Fortunato di Noto - forse questa bambina non si sarebbe uccisa e quello che chiediamo è che parta una campagna di prevenzione e di assistenza che sia efficace e che consenta di intervenire a sostegno di tutte quelle organizzazioni sociali capaci di garantire assistenza alle vittime".

(16 aprile 2007)